18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Dopo le tensioni dei mesi scorsi con gli Usa

Isole contese, l'ira di Pechino contro i filippini approdati sulle Spratly

La Cina ha espresso tutta la sua rabbia per l'iniziativa di un gruppo di giovani filippini che è sbarcato in una delle Spratly, l'arcipelago nel Mar cinese meridionale conteso da diversi paesi della regione dove Pechino sta costruendo una serie di isole artificiali

PECHINO - La Cina ha espresso tutta la sua rabbia per l'iniziativa di un gruppo di giovani filippini che è sbarcato in una delle Spratly, l'arcipelago nel Mar cinese meridionale conteso da diversi paesi della regione dove Pechino sta costruendo una serie di isole artificiali.

Tensione con le Filippine
«Ancora una volta invitiamo i filippini a ritirarsi...dalle isole che stanno occupando illegalmente», ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Lu Kang, secondo quanto riferisce la Bbc. Una cinquantina di studenti sono arrivati sabato nell'isola di Pagasa per quello che hanno definito un viaggio "patriottico». Sono guidati da un ex comandante della marina e hanno denominato la loro iniziativa «Kalayaan Atin Ito» (Kalayaan è nostra). L'area delle Spratly è contesa da Filippine, Brunei, Malaysia, Taiwan, Vietnam e Cina.

Scontro con gli Usa
Le isole contese nel Mar cinese meridionale sono state nei mesi scorsi terreno di scontro anche con gli Stati Uniti.  La Cina ha infatti accusato gli Stati Uniti di aver deliberatamente aumentato le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, dopo che un bombardiere strategico B-52 statunitense è stato avvistato nei pressi del territorio rivendicato dalla Cina nella regione contesa. La Cina ha affermato che gli Stati Uniti stanno compiendo con le sue azioni una «grave provocazione militare».

Provocazione?
«Le azioni da parte degli Stati Uniti costituiscono una grave provocazione militare e stanno rendendo più complesse le condizioni nel Mar Cinese Meridionale,» ha detto in una dichiarazione il ministero della Difesa cinese, secondo l'Associated Press. Pechino ha anche chiesto a Washington di adottare misure immediate per evitare incidenti che possano mettere a dura prova i rapporti militari tra i due paesi. Durante il 10 dicembre il sorvolo del bombardiere statunitense ha messo in allerta i militari cinesi, che hanno avvertito all'aereo di allontanarsi, ha aggiunto il ministero nella dichiarazione. Bill Urban, un portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha detto venerdì che il bombardiere B-52 non aveva la funzione di provocare la Cina. «Non c'era nessuna intenzione di volare entro le 12 miglia nautiche in alcun modo,» ha detto Urban in una dichiarazione, secondo quando ha riportato la CNN. «Questa non era un’azione di navigazione libera», ha detto, aggiungendo che gli Stati Uniti conducono esercitazioni di routine con i B-52 sul Mar Cinese Meridionale. «Queste missioni sono progettate per mantenere la prontezza e dimostrare il nostro impegno a volare, navigare e operare ovunque consentito secondo il diritto internazionale,» avrebbe detto Urban.

Preoccupazioni cinesi
Urban ha riconosciuto che la Cina aveva sollevato preoccupazioni sulla traiettoria di un volo durante una recente missione di addestramento. «Stiamo esaminando la questione», ha riferito. In precedenza nel mese di dicembre, gli Stati Uniti - per la prima volta - hanno impiegato un aereo spia P-8 Poseidon a Singapore per «gli sforzi di sicurezza marittima» in mezzo alle tensioni in atto nel Mar Cinese meridionale. Il Ministero degli Esteri cinese ha detto al momento che la mossa degli Stati Uniti mirava a militarizzare la zona contesa. «Penso che questo tipo di aumento nel dispiegamento militare da parte degli Stati Uniti e la spinta per la militarizzazione regionale non sia adatta agli interessi di lungo termine condivisi che hanno i paesi in questa regione», ha detto Hua Chunying, un portavoce del ministero degli Esteri. «Ci auguriamo inoltre che le parti interessate compieranno maggiori azioni che possano davvero tornare utili per rafforzare la fiducia reciproca tra i paesi della regione, azioni che potrebbero beneficiare la tutela della pace e dello sviluppo regionale». Pechino sostiene le sue pretese per quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, attraverso il quale passano ogni anno 5.000 miliardi di di commercio internazionale, con conseguenti dispute territoriali con diversi paesi, tra cui il Vietnam, le Filippine e la Malesia, i quali hanno pretese sovrapposte.Pechino è anche coinvolta in un’altra disputa con il Giappone per delle isole nel Mar Cinese Orientale.

(Con fonte Askanews)