28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Il miliardario difende ancora i suoi attacchi a musulmani

Trump non si pente, ma intorno a lui si fa il vuoto

Dopo le sue contestatissime affermazioni, Donald Trump non fa un passo indietro. Intanto, c'è chi gli revoca la laurea honoris causa, chi boicotta i suoi prodotti e chi lancia petizioni sul web

NEW YORK - Dopo aver ricevuto gli attacchi di mezzo mondo per la sua proposta di chiudere le frontiere americane ai musulmani, Donald Trump, non fa un passo indietro. Questa mattina in una intervista il miliardario ha detto che non ha alcun ripensamento e che ci vuole «qualcuno in questo Paese che dica le cose come stanno».

Intelligenti e vigili
Poi ha cercato di spiegare meglio: «Ho grande rispetto e amore [...] conosco persone con cui ho una stretta relazione e sono musulmani e sono d'accordo con me al 100%. Hanno buttato giù il World Trade Center, hanno cercato di farlo un altra volta. Altre cose sono successe. Ci sono persone che hanno intenzioni terribilmente cattive. Dobbiamo pensare, essere intelligenti e vigili», ha concluso il candidato alle primarie del partito repubblicano.

Revoca della laurea ad honorem
Intanto, un'università scozzese ha revocato una laurea honoris causa al candidato repubblicano per le presidenziali Usa Donald Trump, travolto da una valanga di critiche per la la sua proposta di chiudere l'accesso agli Stati uniti ai musulmani. "Nel corso dell'attuale campagna per le elezioni Usa, Trump ha fatto una serue di dichiarazioni che sono del tutto incompatibili con l'etica e i valori dell'università. L'università ha perciò deciso di revocare la laurea onoraria" ha detto un portavoce della Robert Gordon University di Aberdeen.

Boicottaggio dei prodotti a marca Trump
Ma non è finita. Una catena di negozi del Golfo ha fermato la vendita di prodotti a marca Donald Trump dopo il controverso appello del miliardario candidato alla Casa Bianca a chiudere le frontiere statunitensi ai misulmani. I negozi di decorazione d'interni Lifestyle, basati a Dubai, hanno ritirato dalla vendita i prodotti della marca di Donald Trump «per rispettare i sentimenti di tutti i suoi clienti». «Alla luce delle recenti dichiarazioni del candidato alle presidenziali sui media americani, abbiamo sospeso tutta la gamma decorazione d'interni Trump» ha spiegato il numero uno di Lifestyle Sachin Mundhwa in un comunicato. La catena possiede 160 negozi in Medio Oriente, Pakistan e Africa. Vende una collezione di prodotti della gamma Trump come decorazione d'interni, accessori da bagno, lampade o specchi decorativi.

Damac Properties prende le distanze
Il gruppo Damac Properties, di Dubai, partner del miliadario americano per la costruzione del prestigioso Trump International Golf Club, ha invece preso le distanza dalle dichiarazioni del candidato, puntando sulle relazioni commerciali. «Vorremmo insistere sul fatto che il nostro accordo è con la Trump Organisation in quanto uno dei primi operatori di golf al mondo» ha detto il suo vicepresidente Niall McLoughlin. «Per questo non ci esprimeremo sui programmi politico o personale di Trump, nè sul dibattito pubblico negli Stati uniti» ha detto. Il complesso di golf Trump di Dubai, che sarà terminato nel 2016, comprenderà un terreno di 18 buche, residenze di lusso e ville costruite da Damac. Le dichiarazioni di Trump, che chiede «lo stop completo e totale dell'ingresso dei musulmani negli Stati uniti» hanno alimentato gli appelli a interrompere i rapporti commerciali con le sue società. Il direttore della Sicurezza generale di Dubai, generale Dahi Khalfan, ha detto che Trump non dovrebbe fare affari negli Emirati. «Se non vuole che i musulmani vengano negli Usa, perchè vuol fare affari con gli emirati arabi?» ha detto al quotidiano 7Days UAE. «I consumatori musulmani del Medio Oriente non hanno nessuna voce in capitolo nelle prossime presidenziali, ma possono sempre votare con i loro portafogli» ha scritto Ed Attwood sulla rivista Arabian Business.

Petizione in Gran Bretagna
Una petizione sul sito del Parlamento britannico che chiede di vietare al candidato repubblicano Donald Trump l'ingresso nel Regno Unito, dopo le sue dichiarazioni sui musulmani e sulla radicalizzazione, secondo lui, di alcuni quartieri di Londra e Parigi, ha superato le 100.000 firme, soglia oltre la quale potrà essere depositata in Parlamento perchè diventi oggetto di dibattito in aula. «I firmatari sostengono che a Donald J. Trump dovrebbe essere vietato l'ingresso nel Regno Unito», si legge nel testo della petizione lanciata nel tardo pomeriggio di ieri. Verso le 16 le firme erano addirittura oltre 154.000.

Polemiche a Parigi e Londra
Le dichiarazioni del candidato alla Casa Bianca, che ha detto che l'ingresso dei musulmani negli Usa dovrebbe essere vietato, sono state condannate in tutto il mondo. Donald Trump ha anche suscitato la polemica con le sue dichiarazioni su Parigi e Londra. «Guardate quello che è successo a Parigi, l'orribile carneficina. Esistono zone a Parigi che sono radicalizzate dove i poliziotti rifiutano di andare», ha detto Trump prima di aggiungere: «Ci sono zone a Londra e in altri posti che sono radicalizzate dove i poliziotti temono per la propria vita». In una reazione insolita, anche Downing street ha commentato le esternazioni del miliardario americano. «Tali affemazioni creano inutilmente delle divisioni, non aiutano a migliorare la situazione», ha dichiarato il portavoce del Primo ministro David Cameron. 

Petizione scozzese
E' stata lanciata anche una petizione sul sito 38 gradi per ritirare a Donald Trump, proprietario di due terreni di golf in Scozia, un dottorato honoris causa ricevuto nel 2010 dall'università scozzese Robert Gorbon di Aberdeen. Questo pomeriggio, la petizione aveva raccolto già più di 20.000 firme. 

La leggenda della box contro Trump
Anche la leggenda della box Muhammad Ali scende in campo contro la proposta del candidato alle primarie repubblicane per la Casa Bianca Donald Trump di impedire l'ingresso di musulmani negli Stati Uniti. Senza nominare mai Trump, l'ex campione del mondo ha dichiarato che i musulmani «devono resistere a coloro che usano l'Islam per portare avanti i propri fini», scrive Bbc. Il tre volte campione del mondo dei pesi massimi, oggi 73enne, è un'icona e uno dei più famosi musulmani al mondo. Le dichiarazioni di Muhammad Ali sono dirette «ai candidati alla presidenza che propongono di vietare l'ingresso agli immigrati musulmani negli Stati Uniti», perché «hanno allontanato molti dal comprendere l'Islam». L'ex campione di boxe, nato Cassius Clay e convertitosi all'Islam nel 1964, ha duramente criticato le violenze commesse dai jihadisti dell'Isis. «I veri musulmani sanno che la spietata violenza dei cosiddetti jihadisti islamici va contro i principi veri della nostra religione. Sono un musulmano e non c'è niente di islamico nell'uccidere innocenti a Parigi, San Bernardino, o in qualsiasi altra parte del mondo».

(Con fonte Askanews)