18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Fonti ad askanews: cambia strategia, guerra trasferita in Europa

Dietro gli attacchi. I jihadisti sono sempre più «esperti» e fanno sempre più paura

Quella di Parigi era una cellula certamente ben organizzata, con «un livello di professionalità» piuttosto elevato, un addestramento di tipo militare, capacità di pianificazione, contatti e finanziamenti dall'estero

PARIGI - Una cellula certamente ben organizzata, con «un livello di professionalità» piuttosto elevato, un addestramento di tipo militare, capacità di pianificazione, contatti e finanziamenti dall'estero. La lunga notte di Parigi segnala un cambio di strategia dei terroristi dello Stato islamico: c'è il tentativo di destabilizzare l'Europa, colpendola al cuore con un'azione studiata in ogni suo minimo dettaglio. «Ancorché i jihadisti abbiano utilizzato anche dei giovani simpatizzanti dell'Islam radicale, addestrati all'ultimo momento, per avere un numero di persone sufficiente a portare a termine il loro piano, l'elevato livello di skill non è certamente tipico di chi si addestra su internet», ha spiegato una fonte qualificata ad askanews.

Operazione militare
A differenza del passato, non c'è più solo il rischio di un'azione dei cosiddetti lupi solitari, singoli jihadisti o simpatizzanti di gruppi radicali capaci di colpire in qualsiasi momento e in ogni luogo. E' evidente, secondo gli esperti, che nella tragica notte di Parigi, gli otto terroristi entrati in azione e ritrovati cadavere - ma almeno altri due sarebbero ancora in fuga - hanno portato a termine un'operazione pianificata in maniera militare. E la freddezza delle loro azioni, la glacialità dello sguardo, la calma apparente dei membri del commando, descritta da numerosi testimoni, è indicativa delle elevate capacità militari, dell'addestramento all'uso delle armi, dell'abilità nella gestione di situazione estreme, nonché di una radicalizzazione tale da spingerli ad accettare il martirio.

Azione pianificata
Un'azione «ben preparata, pianificata» a tavolino, che probabilmente ha alle spalle settimane, mesi di incontri, contatti, finanziamenti, rifornimento di armi e munizioni, «anche con l'estero». E che l'intelligence francese non sarebbe stata in grado di intercettare, come avvenne già nello scorso mese di gennaio in occasione degli attacchi contro Charlie Hebdo. Ma stavolta e a differenza di allora - segnala una fonte - l'attacco non ha avuto una motivazione chiaramente circoscritta, come furono le vignette sul profeta Maometto del settimanale satirico, considerate oltraggiose dai seguaci dell'Islam.

La battaglia in Europa
E' stato, piuttosto, il tentativo di trasferire la battaglia dall'Iraq e dalla Siria, in Europa. Gli esperti ritengono che l'obiettivo sia duplice: il primo, più immediato, quello di provocare decine di vittime e di feriti (almeno 128 morti e 300 feriti, 80 dei quali in gravi condizioni, secondo l'ultimo bilancio); l'altro, più a medio-lunga scadenza, ma altrettanto grave, ovvero diffondere la paura tra gli occidentali, condizionarne la vita e le scelte, la libertà. 

Grande allerta...
Gli esperti della sicurezza non pensano che gli autori della strage di Parigi siano in qualche modo legati alla cellula smantellata giovedì in tutta Europa (sette arresti in Italia), facente capo al mullah Krekar, «sebbene poi gli uni e gli altri possano andare ad attingere nello stesso bacino». Quello che è «fuori discussione», ha segnalato una fonte, è che in Italia c'è un livello di attenzione «diversa» che in Francia. Un'attenzione ulteriormente cresciuta nelle ultime ore. E' stato «immediatamente elevato il livello di allerta», fino al secondo, quello precedente allo stadio massimo, che si raggiunge in caso di attentato, ha ricordato oggi il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Una circostanza che, eventualmente, consentirebbe «l'attivazione rapidissima delle unità delle forze speciali».

...anche in Italia
La prima misura, già adottata, è stata quella di schierare 700 militari in più sul territorio metropolitano di Roma, solo un «anticipo» dello spiegamento di forze preventivato per l'Anno Santo. Proprio per il Giubileo, le misure previste già prevedono «la specificità del rischio-Roma che è stata sempre considerata». Da qui al 20 di novembre 2016, data finale dell'Anno Santo - ha detto Alfano - sotto l'aspetto della sicurezza si potranno effettuare «altre valutazioni» visto che «nulla può essere dato per scontato sulle possibili misure da rafforzare».

Nessuna minaccia specifica
Ma se esiste un «accresciuto» pericolo per l'Italia, e nessun paese è a rischio zero, «non c'è al momento una minaccia specifica, fermo restando che nei messaggi mediatici dei jihadisti, Roma è sempre presente», ha spiegato una fonte qualificata. Messaggi che gli esperti ritengono attendibili; così come attendibile è - per l'intelligence - la rivendicazione degli attentati a Parigi fatta dall'Isis. Gli obiettivi, nella «capitale della perversione», sono stati scelti «minuziosamente», hanno annunciato i jihadisti in una comunicato. «La Francia e coloro che seguono il suo esempio devono sapere che restano i principali obiettivi dello Stato islamico e che continueranno a sentire l'odore della morte per avere preso la guida dei crociati, per avere insultato il nostro Profeta. Questo attacco non è che l'inizio della tempesta».

(Con fonte Askanews)