20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Direttore licenziato dopo commissariamento

Turchia, 2 quotidiani di opposizione non vanno in stampa dopo la retata

Due quotidiani turchi d'opposizione, Bugun e Millet, non hanno potuto stampare le loro pubblicazioni dopo la spettacolare la retata delle forze dell'ordine contro la sede dove si trovano anche due tv che fanno parte del gruppo

ISTANBUL - Due quotidiani turchi d'opposizione, Bugun e Millet, di proprietà del gruppo Koza Ipek (società notoriamente vicina al potente movimento islamico di Fethullah Gulen) non hanno potuto stampare le loro pubblicazioni dopo la spettacolare la retata delle forze dell'ordine contro la sede dove si trovano anche due tv che fanno parte del gruppo.

Problemi tecnici (presunti)
«Abbiamo completato il nostro giornale alle 15:00 (di mercoledì) e lo abbiamo mandato in stampa alle 17:00 - ha spiegato il direttore di Bugun, Erhan Basyurt - Hanno preso tempo adducendo problemi tecnici fino alle 21:00. E poi ci hanno detto che non si poteva mandare in stampa perché c'è un divieto scritto». Basyurt e due giornalisti sono stati licenziati stamattina dai membri del nuovo consiglio di amministrazione, nominati dopo il commissariamento. Il quotidiano Millet ha pubblicato su Twitter la sua prima pagina con una foto della carta di giornale insanguinata e il titolo «sanguinoso colpo di stato».

L'ultimo atto
L'operazione di ieri all'alba è l'ultimo atto della resa dei conti tra il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdogan e il movimento Hizmet dell'ex alleato Fethullah Gulen. E un nuovo e allarmante attacco alla libertà di stampa e a tutte le voci dell'opposizione, senza esclusione di colpi, che ha immediatamente scatenato una protesta davanti alle sedi dei due media presi di mira. Erdogan, intervistato in tv, alla domanda sul perché il tribunale abbia designato di commissariare le aziende del gruppo Koza Ipek, ha risposto: «Perché il numero uno (dell'azienda, che vive all'estero) è fuggito? Ha detto di non aver commesso alcun reato. Allora perché fuggi? Resta nel tuo Paese. Se vai via allora vuol dire che c'è un problema da qualche parte». Dal 1999 negli Stati Uniti in esilio volontario, Gulen è un ex alleato del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp), nonchè del presidente Erdogan.

(Con fonte Askanews)