12 ottobre 2025
Aggiornato 05:00
Tutti i dati dell'Unhcr e dell'OIM

Migranti: per capire la tragedia europea bastano 6, semplici, grafici

Quanti sono davvero i profughi che arrivano alle frontiere dell'Europa, da dove vengono, quali sono le rotte, a quanti viene dato davvero l'asilo politico. Questi grafici lo spiegano molto banalmente. Perché i numeri contano più di tutto il resto

ROMA - Mentre Hollande e la Merkel propongono all'Europa un «meccanismo permanente e obbligatorio» di quote per i migranti, ipotesi che verrà discussa al Consiglio europeo il 14 settembre, uno sguardo ai numeri può essere utile per capire meglio di cosa si parla quando diciamo immigrazione. Quest'anno, neanche a dirlo, le domande d'asilo in Europa sono aumentate: Germania e Ungheria, nello specifico, hanno già superato il totale del 2014. A luglio, erano 438mila i profughi che hanno inoltrato la domanda, a fronte dei 571mila dello scorso anno. Secondo i dati dell'Unhcr, la Germania continua ad essere la destinazione più popolare per i migranti che arrivano in Europa, e l'Ungheria le sta appena dietro, con migliaia di migranti che hanno cercato di arrivarci via terra attraverso la Grecia e i Balcani occidentali. Gli assalti ai treni alla stazione di Budapest pesano come un macigno, casomai qualcuno non fosse ancora convinto della complessità del fenomeno. Tacciamo sull'indicibile morte del piccolo Aylan. L'immagine che sta facendo il giro del mondo passerà alla storia, forse, come quella più rappresentativa di questo nostro maledetto, ingiusto, «Olocausto».

Da dove vengono i migranti?

I numeri, dicevamo: il conflitto in Siria continua ad essere di gran lunga la più grande causa di migrazione. Non sono da meno le violenze in Afghanistan, gli abusi in Eritrea, la povertà in Kosovo. Chi più ne ha più ne metta.

E dunque, che fare? Per l'Italia, e altri Paesi, l'onere è troppo alto. E sproporzionato. Le tensioni, inevitabilmente, salgono e si fanno sempre più aspre. Il Regno Unito, dal canto suo, ha escluso qualsiasi sistema di quote e da gennaio 2014, quando è iniziato il famoso «Persons Relocation system», ha accettato solo 216 rifugiati siriani. Così, tanto per avere consapevolezza dei numeri e capire le differenze tra Paese e Paese, in questa strampalata «Unione» dei popoli. L'Ungheria ha costruito un muro di 175 chilometri lungo il confine con la Serbia. Secondo la legge Ue, nota come regolamento di Dublino, i rifugiati devono chiedere asilo nel Paese in cui arrivano e vengono registrati per primo. Peccato che dal momento in cui i flussi si sono fatti esponenziali, le regole sono state ignorate e molti migranti sono stati autorizzati ad attraversare le frontiere.

Precisazione doverosa: le cifre sono essenziali, ma non dicono tutta la verità. Il numero di persone cui viene concesso asilo in realtà è di gran lunga inferiore. Nel 2014, i paesi dell'UE hanno offerto asilo a 184,665 rifugiati. Nello stesso anno, più di 570mila migranti l' hanno chiesto. Se poi si considera che la procedura è lunga e coloro che hanno ricevuto asilo potrebbero anche aver fatto richiesta in anni precedenti, il dato va ulteriormente scremato.

Come fanno i migranti ad arrivare in Europa?
 

A cambiare è anche la geografia delle rotte nel Mediterraneo: ora quelle orientali hanno superato le rotte centrali, con i siriani che formano il più grande gruppo di migranti.

L'OIM stima che solo quest'anno, in sei mesi, sono arrivati alle frontiere Ue più di 350mila migranti: nel 2014 sono state in totale 280mila. Di questi 350mila, circa 235mila sono arrivati in Grecia e quasi 115mila in Italia. 2.100 hanno tentato la fuga in Spagna. In Grecia ci si arriva su gommoni o piccole barchette di legno soprattutto passando dalla Turchia, attraverso le «gettonatissime» isole di Kos, Chios, Lesbo e Samos. Il viaggio dalla Libia verso l'Italia è più lungo e più pericoloso. Nella traversata del Mediterraneo, a morire sono state già più di 2.500 persone.

Diversamente da quanto ci eravamo abituati a pensare, per il 2015 non sono stati i mesi estivi quelli più «letali» per i migranti in cerca di futuro in Europa, bensì aprile: il barcone con a bordo circa 800 migranti che si è capovolto in mare al largo della Libia ha contribuito a questo triste primato primaverile. Questa, appunto, è la forza dei numeri.