Cambi, nuovi forti ribassi per valute Paesi emergenti
Una nuova giornata di passione sul mercato dei cambi, dove i timori di decelerazione dell'economia cinese stanno spingendo sempre più investitori a dismettere posizioni sui mercati emergenti, dal Sud Africa alla Malesia, le cui prospettive sono legate a doppio filo alla seconda economia mondiale
PECHINO (askanews) - Una nuova giornata di passione sul mercato dei cambi, dove i timori di decelerazione dell'economia cinese stanno spingendo sempre più investitori a dismettere posizioni sui mercati emergenti, dal Sud Africa alla Malesia, le cui prospettive sono legate a doppio filo alla seconda economia mondiale. A pesare sulle valute è anche la consapevolezza che il governo di Pechino nella seduta odierna non ha varato misure di sostegno al mercato attese come una maxi-iniezione di liquidità o un allentamento della politica monetaria.
Malesia e Sudafrica
Le valute più penalizzate appaiono il ringgit malese, che ha perso l'1,4% a quota 4,23 per dollar, un livello che non veniva toccato addirittura dalla crisi asiatica del 2008. Sotto forte pressione anche il rand sudafricano, che lascia sul terreno il 2,3% a quota 13,2 per dollaro, dopo che nelle contrattazioni precedenti aveva toccato anche il minimo storico di 14.
Panorama in rosso
Ma il panorama odierno per gli emergenti è tutto in rosso. La rupia indonesiana ha perso lo 0,65% a 14,030 per dollaro, il livello più basso dalla crisi di fine anni '90. Il baht thailandese perde lo 0,3% a 35,74 per dollar, livello più basso da sei anni. Non va meglio per la Russia, con il rublo che perde l'1,1% a 70,10 per dollaro e per la Turchia (-1,1% per la lira a 2,95 per dollaro). Diverso il discorso per il dollaro statunitense che negli ultimi scambi ha perso terreno nei confronti delle divise di alcuni Paesi sviluppati con l'affievolirsi delle aspettative di un rialzo dei tassi della Federal Reserve a settembre. L'euro guadagna lo 0,7% nei confronti del biglietto verde a quota 1,1473 con un guadagno che nelle ultime tre sedute ha toccato il 3,7%.
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