20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
In tutto 62 milioni di dollari. A Ted Cruz 36,5 milioni

Usa, lobby del petrolio generosa con 8 dei 17 candidati repubblicani

Otto dei 17 candidati alle primarie del partito repubblicano hanno ricevuto fondi e donazioni da un piccolo numero di individui o aziende strettamente legate all'industria petrolifera americana

NEW YORK (askanews) - Otto dei 17 candidati alle primarie del partito repubblicano hanno ricevuto fondi e donazioni da un piccolo numero di individui o aziende strettamente legate all'industria petrolifera americana. In tutto si parla di 62 milioni di dollari arrivati nei primi sei mesi dell'anno nelle casse dei politici del Gop. Tre candidati spiccano tra gli altri: sono Ted Cruz, che da sempre porta avanti una battaglia negando i cambiamenti climatici, Jeb Bush e Rick Perry.

400milioni di dollari raccolti
I fondi, come scrive il Guardian, arrivano da 17 miliardari o aziende che hanno dato grandi somme di denaro per sostenere gruppi o Super Pac che lavorano fuori dalla campagna ufficiale e che per questo sono liberi di ricevere soldi senza alcun limite. Dall'inizio dell'anno ad oggi i candidati hanno raccolto 400 milioni di dollari. Questo mostra come i 62 milioni di dollari siano una somma molto alta che fa emergere molte domande sugli interessi e le pressioni che l'industria dei combustibili fossili farà ai candidati che finanzia.

Lobby del petrolio
Il Guardian sottolinea come i donatori abbiano connessioni con aziende che si occupano di gas e petrolio, di fracking o di estrazione di idrocarburi, principali cause del riscaldamento globale. I loro soldi sono andati solo ai candidati repubblicani, mostrando come il Gop sia il partito sul quale si concentrano le pressioni del settore per cercare di ribaltare le decisioni in tema di ambiente prese dalla Casa Bianca. Tra tutti i candidati è Ted Cruz che è riuscito a attrarre la maggior parte delle donazioni: in tutto 36,5 milioni di dollari da solo quattro individui. L'analisi è stata condotta dal Guardian in collaborazione con Greenpeace e con il Center for Media and Democracy facendo riferimento ai documenti depositati alla Federal Election Commission.