18 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Tra i candidati repubblicani

Presidenziali Usa, Donald Trump vince il primo dibattito

Il dibattito tra 10 dei 17 candidati repubblicani che corrono per le primarie ha dato un calcio di inizio molto teso alla campagna elettorale che porterà al voto per l'elezione del prossimo presidente degli Stati Uniti, l'8 novembre 2016

NEW YORK (askanews) - Il dibattito tra 10 dei 17 candidati repubblicani che corrono per le primarie ha dato un calcio di inizio molto teso alla campagna elettorale che porterà al voto per l'elezione del prossimo presidente degli Stati Uniti, l'8 novembre 2016. Al centro del palco della Quicken Loans Arena di Cleveland c'era Donald Trump, la rumorosa sorpresa del partito repubblicano. Attorno, gli altri nove, scelti in base al gradimento in quattro diversi sondaggi consultati da Fox News, il canale che assieme a Facebook ha ospitato l'evento politico.

Politica estera, temi sociali, amministrazione Obama
Si è parlato poco di economia, tanto di politica estera, di temi sociali (dall'immigrazione all'aborto fino alla riforma sanitaria), di quello che Obama ha fatto male e di come Hillary Clinton potrebbe peggiorare la situazione. Come previsto Donald Trump è riuscito a polarizzare su di sé il discorso.

Trump dominatore del dibattito
La sua prima uscita ha spiazzato tutti gli altri candidati. Ed è bastata un'alzata di mano, non una parola. Quando i moderatori hanno chiesto se i candidati fossero disposti a non sostenere il vincitore delle primarie, solo lui ha levato la mano. Trump ha detto che non sa se sosterrà un eventuale altro candidato repubblicano diverso, «ma prometto che correrò col partito repubblicano se vincerò la nomina». Insomma, porta aperta ad una candidatura indipendente, anche se è molto presto per dire. Come sempre ha parlato di immigrazione ("se fosse stato per me non avremmo mai parlato di immigrazione illegale. È colpa di politici stupidi»), ma anche di Iran e Isis, attaccando l'accordo sul nucleare e dicendo che quando si affrontano persone che tagliano la testa ai cristiani non c'è tempo per pensare, bisogna «portare a termine il lavoro» il prima possibile.

Programma di sorveglianza
Ma non è stato solo Trump a lanciare attacchi e a mantenere il discorso acceso. Il governatore del New Jersey Chris Christie e il senatore Rand Paul si sono scontrati sul programma di sorveglianza del governo: per il primo è uno strumento fondamentale, per il secondo (libertario e anti-stato) un errore.

Bush sottotono
C'è poi Jeb Bush che, anche se un po' sotto tono, ha risposto a Trump. L'ex governatore della Florida ha definito il linguaggio di Trump «mirato a dividere, alla stregua di quelli usati da Obama e Hillary Clinton", mentre io "voglio essere il presidente di tutti», ha continuato. Bush pur essendo sembrato a tratti un po' impacciato potrebbe essere, grazie alle sue posizioni moderate, l'unico vero avversario in grado di contrastare Hillary Clinton.

Kasich sorpresa
Ma una delle grandi sorprese della serata è stato il governatore dell'Ohio, John Kasich, che ha dato prova di un'ottima oratoria e posizioni politiche ben definite. Il governatore ha portato la sua esperienza alla guida dello Stato parlando delle sue vittorie sul piano fiscale e delle politiche in favore dei poveri.

Rubio competente
Marco Rubio - anche se a tratti sembrava ripetere una lezioni imparata a memoria - ha dato a sua volta prova di profonda conoscenza della politica e mostrato le capacità per poter lottare contro i democratici. Tra i promossi, il New York Times mette anche il governatore del Wisconsin Scott Walker che ha difeso (come molti altri peraltro) le sue posizioni anti-aborto e pro-life e ha vantato tre vittorie consecutive in uno Stato molto difficile da conquistare per il Gop.

Carson, Cruz e Huckabee perdenti
Quelli che non sono riusciti a entrare bene in scena sono l'ex medico Ben Carson (che ha parlato poco, ma ha fatto un discorso di chiusura molto divertente), il senatore Ted Cruz e l'ex governatore dell'Arkansas Mike Huckabee. Proprio sui temi dell'aborto e dei matrimoni gay i dieci candidati si sono trovati in linea, a parte Huckabee, pastore evangelico che ha attaccato l'apertura ai gay e ai transessuali nell'esercito («non credo possano svolgere bene questo lavoro»). Nel complesso quello di ieri è stato un avvio di campagna elettorale abbastanza promettente. E anche se l'ombra di Trump è stata presente per le due ore di dibattito - conclude il New York Times - gli altri repubblicani hanno dimostrato come mai nel partito tutti credono di essere davanti al miglior gruppo di candidati presidenziali in decenni.