29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Adesso è ufficiale

Buhari è il nuovo presidente della Nigeria

Muhammadu Buhari ha vinto le elezioni presidenziali in Nigeria con 2,57 milioni di voti di vantaggio rispetto al suo avversario, il presidente uscente Goodluck Jonathan.

ABUJA - Adesso è ufficiale: Muhammadu Buhari ha vinto le elezioni presidenziali in Nigeria con 2,57 milioni di voti di vantaggio rispetto al suo avversario, il presidente uscente Goodluck Jonathan. La Commissione elettorale indipendente (Inec) ha precisato che Buhari, 72 anni, leader del Congresso progressista (APC), ha vinto le elezioni con 15.424.921 voti, pari al 53,9% dei 28.587.564 voti espressi. Il suo rivale, Goodluck Jonathan, 57 anni, leader del Partito democratico popolare (PDP), ha ottenuto 12.853.162 voti, pari al 44,96%, nel corso delle elezioni di sabato e domenica.

Il trionfo di Buhari segna un precedente storico, con la prima sconfitta di un capo di Stato uscente in quelle che sono state le elezioni più combattute degli ultimi 16 anni, da quando nel Paese si è chiusa la stagione dei colpi di Stato ed è stato ripristinato il sistema democratico.

Buhari ha potuto contare sul sostegno di un'opposizione unita per la prima volta a livello nazionale nell'All Progressives Congress (Apc), nato nel 2013 dall'unione delle tre principali formazioni politiche del Paese, espressione fino ad allora solo di specifiche zone del Paese o di gruppi etnici. In Nigeria, infatti, il voto è ancora espressione della propria appartenenza etnica e della propria fede religiosa, in un Paese che conta 173 milioni di abitanti, diviso tra il nord musulmano e il sud cristiano, con tre grandi gruppi etnici, ossia Yoruba (sud-ovest), Igbo (sud-est) e Hausa-Fulani (nord).

L'ex generale ha incentrato tutta la propria campagna elettorale sulla lotta alla corruzione, male endemico che affligge la Nigeria, Paese con una crescita dinamica, prima potenza economica del continente africano, grazie alla produzione petrolifera, ma dove sono ancora molto marcate le disuguaglianze sociali. Buhari è risultato credibile alla luce della campagna anti-corruzione lanciata quando era a capo di una giunta militare, a metà anni '80, che portò all'arresto e al processo di diversi ministri, ma anche per la sua "guerra contro la mancanza di disciplina", volta a promuovere igiene, patriottismo, forte etica del lavoro, puntualità e virtù civiche, quali il rispetto della fila e il divieto di gettare immondizia per terra così come di urinare in pubblico.

Buhari ha sfruttato anche le sue credenziali militari per presentarsi come il miglior candidato per sconfiggere i jihadisti dei Boko Haram, definiti "bigotti senza cervello che si fanno passare per dei musulmani", a fronte delle feroci critiche mosse al presidente uscente Jonathan per la sua incapacità di arginare le violenze degli islamisti che dal 2009 insanguinano il Nord-Est del Paese. Se alle precedenti elezioni, nel 2011, non era risultato credibile su tale fronte, in cui era visto come un possibile sostenitore di Boko Haram, dopo l'attentato suicida da cui è uscito indenne lo scorso luglio a Kaduna, di cui sono stati sospettati i jihadisti, ha promesso di mettere fine alla rivolta nell'arco di pochi mesi. Lo stesso attentato gli è valso il soprannome di "uomo di ferro", per la calma con cui uscì dalla sua autovettura e perlustrò l'area investita dall'esplosione.