Obama: da socialista a dittatore, secondo i suoi avversari
Il presidente americano userà l'arma del veto per dare ai poveri e togliere ai ricchi. Possibile mai che l'Europa prenda spunto?
WASHINGTON - Ha alzato (per decreto) il salario minimo dei lavoratori americani. Ha promesso che aumenterà le tasse ai cittadini più ricchi e alle maggiori società finanziarie. Cercherà di far approvare un pacchetto di misure volte a impedire scappatoie fiscali alle grandi aziende che pagano le tasse fuori degli Stati Uniti. I soldi raccolti li userà per finanziare la diminuzione delle tasse per le famiglie più povere e il ceto medio, a lui tanto caro. Regalerà persino due anni gratuiti di università a nove milioni di studenti. Le middle class economics, le politiche a favore del ceto medio basate su sgravi fiscali, investimenti nelle infrastrutture e nell’istruzione, «funzionano», ha detto Obama: «Aumentano le opportunità per tutti. E continueranno a funzionare, finché la politica non si metterà in mezzo». E dunque, Barack (ancora) il socialista?
SOCIALISTA, BUONO O DITTATORE? - Secondo un recente studio condotto dal Pew Research Center le parole più usate dai cittadini americani per descrivere il loro presidente sono «buono», «incompetente» e «dittatore», non più «socialista» come qualche anno fa. Lui stesso ha sempre ironizzato sulle sue tendenze sinistrorse: «La verità – aveva detto qualche anno fa in un'intervista – è che le mie politiche sono così di tendenza che se le avessi applicate negli anni Ottanta sarei stato considerato un repubblicano moderato». Eppure, i repubblicani continuano a etichettarlo così – e Oltreoceano «socialista» è quasi un insulto – per via di quella sua ormai consolidata abitudine di bacchettare i ricchi. O meglio, il suo ragionamento è fin troppo chiaro: chi più ha più paga, punto. Questione di equità. D'altra parte, si sa, per far ripartire i consumi occorre rimettere soldi nelle tasche della classe media e medio-bassa che, solo tornando a spendere, può rilanciare la macchina produttiva.
BASTA COMPROMESSI CON I REPUBBLICANI - Ripresa e crescita occupazionale gli hanno dato ragione sinora. Obama è così consapevole di avere fatto bene, nonostante tutto, che non è più disposto a scendere a compromessi con la destra repubblicana. Nei prossimi due anni, in una situazione politicamente molto polarizzata, probabilmente non troverà nessun accordo con i repubblicani, quindi tanto vale andare dritto per la sua strada. Possibile mai che l'Europa prenda spunto?
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