18 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Politica

Turchia: il Partito repubblicano del popolo alla resa dei conti

Inizia il congresso straordinario del Chp, fondato da Ataturk, la maggiore forza d'opposizione turca in cerca di una nuova identità dopo la sconfitta alle presidenziali del 10 agosto.

ANKARA - E' partita la resa dei conti nel Partito repubblicano del popolo (Chp), la maggiore forza d'opposizione turca, dopo la sconfitta alle presidenziali del 10 agosto. In piena crisi d'identità, il partito nazionalista e laicista fondato dal padre della patria Mustafa Kemal Ataturk negli anni '20 eleggerà oggi il suo nuovo leader in un congresso straordinario chiesto a gran voce dalla minoranza del partito. Contro il presidente Kemal Kilicdaroglu al centro delle critiche per la scelta di candidare a capo dello Stato il conservatore Ekemleddin Ihsanoglu correrà l'ex-capo gruppo del Chp Muharrem Ince.

UN CONGRESSO STRAORDINARIO - Lo scontro tra dissidenti e leadership del partito era scoppiato pochi giorni dopo le presidenziali quando un gruppo di deputati critici aveva chiesto le dimissioni di Kilicdaroglu: «Il presidente e il suo staff deve smettere di incolpare solo gli elettori (della sconfitta) e convocare il congresso», ha dichiarato il 12 agosto in una conferenza stampa in parlamento Emine Ulker Tarhan la portavoce dei deputati ribelli che hanno raccolto in pochi giorni le firme necessarie per convocare il congresso straordinario.

KILICDROGLU, RESTA LINEA LAICA - «Vengo da una tradizione socialdemocratica e ho sempre usato una retorica socialdemocratica. Se io ci sono, il partito è di sinistra, se non fuori non lo sarà più», ha dichiarato Kilicdaroglu in un intervista pubblicata dal quotidiano Hurriyet, difendendosi dalle critiche di coloro che lo accusano di aver imposto una svolta a destra, sostenendo un candidato conservatore alle presidenziali e aprendo le porte a molti politici conservatori come l'islamista Mehmet Bekaroglu. Niente marcia indietro, però, sulla linea adottata in passato, ha aggiunto Kilicdaroglu: «Non escluderemo nessun segmento della società ne' promuoveremo una politica basata sull'etnia e la fede religiosa». 

LO SFIDANTE - «Non lascerò che il Chp perda ancora credito davanti all'opinione pubblica», è il grido di battaglia lanciato il 14 agosto da Ince, l'unico sfidante di Kilicdaroglu, che cercherà oggi di convincere la maggioranza dei delegati del partito a votarlo o perlomeno raccogliere un numero di consensi sufficiente a entrare nella nuova segreteria. L'ex-insegnate eletto nel collegio blindato di Yalova, sul mare di Marmara, gode del sostegno dell'ala nazionalista del partito e dell'ex-presidente Deniz Baykal. E vuole strappare il Chp dalle mani della «piccola élite oligarchica che dirige il partito con una modalità escludente verso vasti segmenti della base del partito e del popolo turco», ha dichiarato.

PRESIDENTE VERSO RICONFERMA - Kilicdaroglu, secondo i pronostici della vigilia ha dalla sua parte la maggioranza dei deputati e dei dirigenti del Chp e sarà riconfermato alla guida del partito. Ieri, ha attaccato duramente l'opposizione interna, invitando chi non è d'accordo con la sua linea a lasciare: «Ho sempre rispettato le opinioni differenti, ma dopo il congresso non permetterò dichiarazioni che danneggino la credibilità del partito agli occhi dell'opinione pubblica», ha dichiarato il presidente del Chp.

ELETTORI CON INCE - Il cambio di linea proposto da Ince è visto di buon occhio dagli elettori del partito che secondo un sondaggio pubblicato ieri dall'istituto di ricerca Sonar vorrebbe una faccia nuova alla guida del Chp. La maggioranza degli intervistati in 9 delle 15 città dove è stato condotto lo studio si sono pronunciati infatti a favore dello sfidante di Kilicdaroglu. Il presidente, tuttavia, non sembra correre rischi forte dell'appoggio di 78 su 81 segretari provinciali del partito e, sulla carta, di almeno 950 delegati al congresso di oggi su 1222.

ECONOMIA E QUESTIONE CURDA - Secondo Murat Yetkin, analista politico del quotidiano Radikal, tuttavia, se il Chp - che non vince dal 1999 - vuole riacquistare consensi, più che un dibattito sulla leadership serve una nuova strategia. «La questione è se cambiare o non cambiare - scrive oggi in un editoriale - Gli elettori non vogliono più una direzione che non fa altro che lamentarsi, ma che dica chiaramente qual è il suo obiettivo e come intende raggiungerlo. Al Chp serve urgentemente un programma chiaro su economia e questione curda».