20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Lo riferisce il Wall Street Journal

Yemen, Al Qaida all'origine del complotto

Il braccio armato di al Qaida nello Yemen, e non il leader dell'organizzazione terroristica Ayman al Zawahiri, sarebbe all'origine dei progetti di attentati contro obiettivi occidentali, che hanno fatto scattare l'allarme negli Stati Uniti e in molti paesi alleati

WASHINGTON - Il braccio armato di al Qaida nello Yemen, e non il leader dell'organizzazione terroristica Ayman al Zawahiri, sarebbe all'origine dei progetti di attentati contro obiettivi occidentali, che hanno fatto scattare l'allarme negli Stati Uniti e in molti paesi alleati. A riferirlo è oggi il Wall Street Journal, che cita un responsabile americano.

AL ZAWAHITI HA «SOLO» APPROVATO - Secondo la fonte del prestigioso quotidiano finanziario, il capo di al Qaida nella Penisola arabica (Aqpa), Nasser al Whaychi, che ha il suo quartier generale nello Yemen, sarebbe la mente di questo progetto di attacchi.
Al Zawahiri, spiega il quotidiano, avrebbe soltanto approvato le operazioni, secondo le conversazioni intercettate dai servizi segreti americani, i cui contenuti sono stati girati ai colleghi di alcuni paesi alleati, come l'Italia.
«Il fatto che Zawahiri abbia dato il suo via libera è ben diverso dall'ordinare lui stesso il complotto o dall'essere capace di lanciare un attacco in stile 11 settembre», ha detto la fonte al Wall Street Journal.
Se confermato, questo ruolo passivo Zawahiri nel progetto di attacchi rafforza le asserzioni del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha detto mercoledì che «il nucleo storico di al Qaida sta muovendo verso una sconfitta». Tuttavia, Obama ha invitato a prendere «sul serio» le recenti minacce degli estremisti contro gli interessi americani.

GLI USA EVACUANO IL CONSOLATO A LAHORE - Il dipartimento di Stato americano ha annunciato di avere ordinato a tutto lo staff non necessario di abbandonare il suo consolato di Lahore, in Pakistan, a seguito dell'allarme terrorismo di questi giorni. Il dipartimento ha citato «minacce specifiche» all'origine della decisione ed ha chiesto a tutti i cittadini statunitensi di evitare i viaggi «non essenziali» in Pakistan.

BONINO: PAKISTAN MOLTO INSTABILE - «Non ci sono minacce dirette per la nostra sede diplomatica in Pakistan». Lo ha spiegato oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino, intervenuta ai microfoni di Radio Anch'io. Commentando la decisione del dipartimento di Stato Usa di evacuare parzialmente il consolato americano a Lahore, dopo l'arrivo di «minacce specifiche, la titolare della Farnesina ha detto che tali minacce non riguardano «direttamente» l'ambasciata italiana.
«E' evidente che la situazione è molto instabile. Non da oggi il Pakistan è travagliato da attentati soprattutto a nord, al confine con l'Afghanistan», ha commentato il ministro. «Le novità degli Stati Uniti indicano ora uno spostamento di gruppi pericolosi. Tutte le ambasciate» italiane «nei paesi mediorientali sono in continuo contatto tra di loro e con altre occidentali e c'è uno scambio di informazioni sulla base delle quali vengono prese delle misure comuni», ha spiegato ancora Emma Bonino.
Ma «a stanotte non risultavano pericoli particolari per l'ambasciata italiana» in Pakistan»
, ha ribadito la titolare della Farnesina.