30 luglio 2025
Aggiornato 18:00
Vietati i coltelli da cucina, mobilitati 1,4 mln di volontari

Pechino «blindata» per il 18esimo Congresso del Partito comunista cinese

La Cina sta rafforzando le misure di sicurezza in vista del cambio al vertice del Paese della prossima settimana, il primo a tenersi nell'era dei social media, usati oggi da circa mezzo miliardo di cinesi per scambiarsi informazioni. Stando a quanto riportato oggi dal Wall Street Journal, sono stati i censori di internet ad essere particolarmente impegnati

PECHINO - La Cina sta rafforzando le misure di sicurezza in vista del cambio al vertice del Paese della prossima settimana, il primo a tenersi nell'era dei social media, usati oggi da circa mezzo miliardo di cinesi per scambiarsi informazioni. Stando a quanto riportato oggi dal Wall Street Journal, sono stati i censori di internet ad essere particolarmente impegnati in vista del 18esimo Congresso del Partito, al via il prossimo 8 novembre, tanto che numerosi utenti hanno già denunciato difficoltà di accesso al web.

Nei negozi sono scomparsi i coltelli da cucina - Oltre alle attività di censura online, le autorità di Pechino hanno anche ordinato il rafforzamento della sicurezza nella capitale, mobilitando una forza di volontari da 1,4 milione di persone, stando a quanto riportato dal quotidiano locale The Beijing Daily. Nei negozi sono scomparsi i coltelli da cucina, sottolinea il Wsj, gli autocarri carichi di prodotti chimici sono stati banditi dalla città e sono stati incrementati i controlli sui treni.
Le misure di sicurezza hanno visto coinvolti anche i tassisti di Pechino, a cui è stato ordinato di tenere chiusi i finestrini lungo via Chang'an, la principale arteria stradale che attraversa Piazza Tienanmen e passa davanti alla Grande Assemblea del popolo, sede del congresso, per evitare che venga distribuito materiale scomodo lungo la strada.

Basta organi detenuti per trapianti, al via nuovo sistema - La Cina avrà presto un nuovo sistema nazionale per la donazione e il trapianto degli organi, che consentirà al Paese di non ricorrere più agli organi dei prigionieri giustiziati.
«Se non possiamo negare ai prigionieri condannati a morte il diritto di donare gli organi, un sistema di trapianti che faccia affidamento sugli organi dei detenuti nel braccio della morte non è nè etico nè sostenibile», ha sottolineato Wang Haibo, Direttore del Centro di ricerca cinese per il trapianto degli organi, del ministero della Salute.
Intervistato dalla rivista dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Wang ha sottolineato come sulla questione ci sia «ora l'accordo della comunità dei trapianti», a fronte dell'avvio, previsto al più tardi per l'inizio del prossimo anno, del nuovo sistema. Il nuovo sistema sarà gestito e monitorato dalla Società della Croce rossa cinese, per garantire maggiore trasparenza sulle procedure seguite, ha aggiunto.