Yemen: Clinton, Al Qaida è sempre più forte
Il Segretario di Stato americano: «Le tappe dell'accordo non sono state rispettate, Saleh doveva andarsene». Gli elettori yemeniti alle urne il 21 febbraio per le presidenziali anticipate, ma il ministero degli Esteri ha fatto sapere che il voto potrebbe essere rimandato a causa dell'insicurezza che regna nel paese arabo
ABDIJAN - Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha riferito da Abdijan, in Costa d'Avorio, la «grande preoccupazione» degli Stati Uniti di fronte alla «instabilità» dello Yemen, mentre Al Qaida guadagna nuovo terreno.
«L'instabilità in Yemen rappresenta una grande preoccupazione per il popolo yemenita, ma anche per la regione e per il mondo», ha dichiarato il capo della diplomazia americana nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente ivoriano Alassane Outtara. «Resta una grande sfida», ha aggiunto Clinton, sottolineando che le tappe dell'accordo politico non sono state rispettate. «Ci dispiace che il presidente Saleh non abbia tenuto fede al suo impegno di lasciare il paese e permettere le elezioni», ha dichiarato Mrs Clinton.
A rischio le elezioni del 21 febbraio - Ieri un migliaio di uomini vicini ad Al Qaida hanno preso la città di Rada, centro dello Yemen, a due ore di strada circa dalla capitale Sana'a. La città di Zinjibar, capoluogo della provincia meridionale di Abyan, è in mano agli estremisti da fine maggio scorso.
Gli elettori yemeniti sono stati chiamati alle urne il 21 febbraio per le presidenziali anticipate, secondo il piano proposto per uscire dalla crisi. Ma oggi il ministero degli Esteri ha fatto sapere che il voto potrebbe essere rimandato a causa dell'insicurezza che regna nel paese arabo.