19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Germania | Politica

Wulff sotto pressione, nuove accuse dai media

Il Presidente tedesco avrebbe tentato di impedire la pubblicazione della notizia su un prestito ricevuto nel 2008, quando era Governatore della Bassa Sassonia

BERLINO - Il presidente tedesco, Christian Wulff, nella bufera da metà dicembre per un prestito privato, è da oggi di nuovo sotto pressione. La stampa lo accusa di aver tentato di impedire la pubblicazione della notizia secondo la quale avrebbe «mentito» su un prestito ricevuto nel 2008, quando era governatore della Bassa Sassonia.
Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, Wulff, 52 anni, avrebbe minacciato il direttore del potente quotidiano Bild, il primo a rivelare l'esistenza di questo prestito, di rompere tutti i rapporti con il giornale se pubblicava l'articolo. Il giorno prima della pubblicazione, Wulff avrebbe telefonato al giornalista, mentre era in viaggio nei Paesi del Golfo e, non trovandolo, avrebbe lasciato un messaggio al vetriolo sulla sua segreteria.

Immediata la reazione da parte del presidente. Una sua portavoce ha detto che la libertà di stampa per Wulff «è un bene di grandissimo valore». «Quanto a degli incontri faccia-a-faccia o a delle conversazioni telefoniche, il presidente non fornisce per principio alcuna informazione», ha precisato, insistendo sulla «trasparenza» del capo dello Stato.
Dal 13 dicembre, Wulff è nella bufera per un prestito vantaggioso avuto da una coppia di ricchi imprenditori. In particolare il presidente tedesco è accusato dalla Bild di avere «mentito» davanti al Parlamento regionale della Bassa Sassonia nel febbraio del 2010, a quattro mesi dalla sua elezione a capo di Stato, quando i Verdi gli chiesero se avesse delle relazioni economiche con l'imprenditore Egon Gerkens. E' dalla moglie di quest'ultimo, infatti, che Wulff ha ricevuto 500mila euro, soldi che insieme alla moglie Bettina ha utilizzato per acquistare una casa. Wulff al tempo negò e lo stesso ha fatto dopo la rivelazione della notizia. Poco prima di Natale, il presidente conservatore si è scusato, ammettendo di non essere stato «rigoroso».
Inoltre, il presidente oggi è anche sospettato da diversi media di aver ottenuto dalla banca regionale del Bade-Wurtemberg (Bw) un prestito a condizioni vantaggiose grazie al ruolo da lui svolto per il salvataggio della casa automobilistica Porsche nel 2009. I giornali scrivono di un possibile conflitto di interessi: Wulff all'epoca era capo del governo di Hannover e sedeva nel consiglio di amministrazione della Volkswagen, che fa parte del gruppo Porsche, e la Bw era la banca del costruttore automobilistico.