30 luglio 2025
Aggiornato 21:30
Cambiamenti climatici e riscaldamento globale

Clima, le stime Ipcc su riscaldamento da CO2 sono esagerate

Ricerca USA: Il riscaldamento è reale e dall'aumento CO2 effetti gravi. ONU: Migrazioni per inondazioni, 40 milioni solo nel 2010. OCSE: Più tardi si agisce contro il cambiamento, più costa

WASHINGTON - Il riscaldamento globale causato da un raddoppiamento del livello di CO2 nell'atmosfera potrebbe essere meno intenso rispetto alle stime degli studi precedenti: è quanto risulta da una ricerca dell'Università dell'Oregon finanziata dall'Accademia delle Scienze statunitense.
La ricerca sottolinea innanzi tutto che il riscaldamento globale è una realtà e che l'aumento del CO2, principale gas serra, avrebbe conseguenze gravi: ma la stime della Commissione Intergovernativa sui Cambiamenti Climatici (Ipcc) dell'Onu pubblicate nel 2007 - un innalzamento della temperatura media compreso tra 2 4,5 gradi celsius - sarebbero tuttavia esagerate.
Tali studi infatti partono dal 1850 e non prendono in considerazione i periodi precedenti, specie su scala globale: i dati sulle temperature oceaniche e terrestri degli ultimi 21mila anni offrono invece un'immagine diversa: in particolare, sarebbe sovrastimato sia il raffreddamento terrestre quando il livello di CO2 dell'atmosfera era appena un terzo dell'attuale (quando i ghiacciai, che avrebbero dovuto ricoprire tutto il pianeta, non scesero oltre il 40esimo parallelo) che il riscaldamento.

ONU: Migrazioni per inondazioni, 40 milioni solo nel 2010 - L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres ha lanciato oggi un monito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla crescente minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale arrecata dal mutamento climatico e dalle sue interazioni con altri fattori che provocano migrazioni forzate.
Guterres ha sottolineato la crescente evidenza di una relazione tra il mutamento climatico e inondazioni e altri disastri naturali, che - secondo una stima - nel solo 2010 hanno costretto oltre 40 milioni di persone ad abbandonare le proprie case.
L'Alto Commissario ha messo in guardia dal considerare il mutamento climatico come isolato da altre macro-tendenze quali l'aumento della popolazione, l'urbanizzazione e la crescente insicurezza nei settori del cibo, dell'acqua e dell'energia.
«Porsi la domanda 'quante persone saranno costrette ad abbandonare le proprie case a causa del cambiamento del clima?' serve a poco e riflette una visione semplicistica» ha aggiunto Guterres. «Noi vogliamo invece affrontare la più complessa questione di come il riscaldamento globale, l'innalzamento del livello dei mari, il mutamento dei cicli atmosferici e altre manifestazioni del cambiamento climatico stiano interagendo con altri squilibri globali, rinforzandoli e producendo alcuni potenti fattori di instabilità, conflitto, migrazioni forzate».

OCSE: Più tardi si agisce contro il cambiamento, più costa - In tema di lotta al cambiamento climatico, rinviare l'attuazione di misure contro i gas serra è più costoso sul piano economico perchè richiede sforzi maggiori nel futuro. Lo sottolinea l'Ocse in un rapporto sulle prospettive ambientali al 2050 pubblicato oggi. «Più ritardiamo l'azione più ci costerà caro restare sotto i due gradi centigradi» di aumento della temperatura globale, afferma l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, aggiungendo che i costi per raggiungere l'obiettivo aumentano «ogni giorno, mese ed anno che passa». «Il costo aggiuntivo è del 50% nel 2050 rispetto a un intervento che si protrae nel tempo e l'attesa comporta una maggiore rischio ambientale» aggiunge il rapporto. L'Ocse mette a confronto tre scenari che mirano a ritmi differenti (accelerato, tardivo e medio) a stabilizzare le emissioni di gas serra a 450 ppm (parti per milione) entro il 2011 in modo da limitare il riscaldamento a due gradi.
A qualche giorno dalla Conferenza Onu di Durban, in Sudafrica, sul cambiamento climatico, l'Ocse lancia l'appello ad «agire ora» per rovesciare la tendenza alla crescita delle emissioni di gas serra all'origine del cambiamento. Tra le azioni «prioritarie» contro la Co2, l'organizzazione parigina cita in particolare quelle destinate all'adattamento all'inevitabile cambiamento, l'innovazione (biomasse, cattura e stoccaggio della Co2) e la necessità di far pagare la Co2, attraverso il mercato o un'imposta. «In un quadro di bilanci nazionali compressi, trovare le soluzioni a costo minore e integrare il settore privato sarà cruciale per finanziare la transizione» conclude l'Ocse.