Bloomberg difende il diritto di bruciare il Corano
Il Sindaco di New Yokr: «La libertà d'espressione vale anche se non si è d'accordo»
NEW YORK - Il sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha difeso strenuamente il progetto di costruzione di un centro islamico a Ground Zero, questa volta ha detto di non voler limitare il diritto di bruciare il Corano invocato da un controverso pastore della Florida.
«Curiosamente, sono qui per difendere il suo diritto di farlo. Ritengo che sia un gesto di cattivo gusto. Non penso che a nessuno piacerebbe se qualcuno bruciasse un libro della sua religione che lui pensa sia sacro», ha detto ieri Bloomberg in una conferenza stampa a New York. «Ma il Primo Emendamento protegge tutti», ha detto, «E non si può dire che possiamo applicare il Primo Emendamento solo ai casi con cui ci troviamo d'accordo».
Terry Jones, pastore del Dove World Outreach Center di Gainesville, Florida, che conta una cinquantina di membri, ha detto che brucerà delle copie del Corano in occasione dell'anniversario degli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, che cade sabato prossimo. Ha innescato un vortice di reazioni, dalla Casa Bianca ai vertici Nato in Afghanistan, certi che un gesto del genere non farà che aumentare i rischi di violenza contro le truppe americane.
«Se si vuole poter dire ciò che si vuole dire nel momento in cui lo si vuole, bisogna difendere il diritto degli altri anche se non si è d'accordo con loro», ha detto Bloomberg.
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