Van Rompuy: minaccia principale per l'Europa è il populismo
Il Presidente del Consiglio europeo intervistato dal quotidiano El Pais: «inevitabili riforme impopolari»
BRUXELLES - La minaccia principale dell'Europa è il populismo, conseguenza di un impegno europeo sufficiente: lo afferma il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, intervistato dal quotidiano spagnolo El Pais.
«Nei prossimi anni non sarà possibile esimersi dall'adottare delle riforme impopolari», avverte Van Rompuy, che presenterà nei prossimi giorni a Bruxelles un'antologia di haiku: tutti composti nel periodo precedente alla sua nomina europea, segnata invece dall'agenda economica e in particolare dalla crisi finanziaria greca.
«Il modello europeo non può sopravvivere senza una crescita economica più forte, né l'Europa può giocare un ruolo nel mondo senza una maggiore potenza economica», sottolinea Van Rompuy, che si dichiara soddisfatto del compromesso raggiunto, pur non premiato eccessivamente dai mercati: «Senza un accordo vi sarebbe stata una catastrofe: i mercati si muovono in base a voci e speculazioni, non a decisioni politiche. Si è deciso di mettere in moto un meccanismo di aiuti finanziari basato su un prestito bilaterale con l'Fmi, la cui applicazione dipende dalla Grecia»; Atene inoltre «non finora ha chiesto alcun aiuto né ho notizie di una richiesta imminente».
Van Rompuy osserva poi che per l'espulsione di un Paese membro dell'Ue «occorrerebbe una modifica del Trattato di Lisbona, per la quale serve l'unanimità, e non sembra che ci sia neanche sulla necessità di una eventuale espulsione». La crisi greca ha messo in luce anche delle divergenze tra Francia e Germania, un fatto non nuovo ma che secondo Van Rompuy non è di ostacolo al cammino dell'Ue: «Vi sono state divergenze fra Kohl e Mitterrand, e tra Schroeder e Chirac: fortunatamente vi sono anche degli accordi, è una condizione necessaria anche se non sufficiente».