28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Missioni militari

Kosovo, l'Italia ha iniziato il ritiro di 500 militari di Kfor

La Forza internazionale nel paese passerà da 15mila a 10mila soldati

ROMA - L'Italia ha iniziato in questi giorni il ritiro di 500 militari di Kfor, come preannunciato il 10 dicembre scorso dal ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso dell'audizione congiunta con il collega degli Affari Esteri Franco Frattini davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.

Il 10 gennaio prossimo, al comandante della Multinational Task Force West, generale di brigata Roberto D'Alessandro subentrerà il Colonnello Vincenzo Grasso e contestualmente la forza assumerà la nuova denominazione di Multinational Battle Group, passando da livello brigata a livello reggimento.

A seguito dell'approvazione dell'Alleanza Atlantica sulla riduzione della forza Kfor da 15.000 a 10.000 unità, spiega lo Stato Maggiore della Difesa, l'Italia, al pari delle altre nazioni che partecipano all'operazione, rimodula gradualmente il proprio contingente con una riduzione di circa 500 unità. La riduzione del contingente avverrà in modo graduale e coordinato Si tratta di un adeguamento dello strumento militare all'attuale situazione in Kosovo che, considerati i notevoli progressi conseguiti, rende ora possibile ridurre dal punto di vista quantitativo il livello delle forze impegnate, senza compromettere le capacità di risposta ad eventuali minacce.

La protezione dei luoghi che identificano la cultura e le tradizioni locali costituisce uno dei principali compiti di Kfor. In tale contesto, il contingente italiano continuerà ad assicurare, senza riduzione degli assetti dedicati, la salvaguardia di quattro luoghi di culto della Chiesa serbo-ortodossa: il monastero di Visoky in Decane, il monastero di Goriok, il monastero di Budisavic ed il Patriarcato di Pec.

L'Italia continuerà a mantenere il ruolo di nazione leader nel settore occidentale dell'Area di Responsabilità di Kfor.