Cina verso un «no» a finanziamenti da Paesi in via sviluppo

PECHINO - La Cina, in testa alla classifica dei Paesi che inquinano di più al mondo, potrebbero non accettare i finanziamenti dei Paesi sviluppati per combattere il riscaldamento climatico. Lo ha indicato un alto responsabile di Pechino, citato oggi dal Financial Times, cosa che potrebbe essere un gesto d'apertura.

«Risorse finanziarie per le iniziative dei Paesi in via di sviluppo (in materia di lotta contro il cambiamento climatico) sono un obbligo giuridico», ha dichiarato il vice ministro degli Esteri He Yafei, in un'intervista realizzata a Copenaghen. «Ciò non significa che la Cina prenderà una parte, probabilmente no...Non ci aspettiamo che arrivi denaro da Stati Uniti, Gran Bretagna (o altri) verso la Cina», ha aggiunto.

La Cina, principale inquinatore del mondo, esige che i Paesi industrializzati si assumano le loro responsabilità storiche e diano l'esempio in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, pur fornendo un aiuto finanziario ai Paesi in via di sviluppo.

Le nazioni dell'Ue hanno deciso di versare 2,4 miliardi di euro all'anno per tre anni, per venire in soccorso dei Paesi più vulnerabili di fronte al riscaldamento, un'offerta qualificata come «insignificante» dai Paesi in via di sviluppo riuniti in seno al G77. Tuttavia, le ultime dichiarazioni di He Yafei appaiono come un'apertura. «La Cina non sarà un ostacolo (per un accordo)», ha detto, secondo il Financial Times. «So che alcuni diranno che è colpa della Cina se non c'è un'intesa. E' una 'cantilena' ripetuta dai Paesi sviluppati. Devono considerare le loro posizioni e non utilizzare la Cina come pretesto», ha inoltre dichiarato He.

Cina e Stati Uniti, i due più grandi inquinatori del mondo, hanno inasprito i toni dall'inizio della conferenza di Copenaghen, che terminerà venerdì.