19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Vertice di Copenaghen

Clima, il giallo delle email che minacciano il vertice

I ricercatori di punta sui cambiamenti climatici sospettati di manipolare i dati. Le email sono state pubblicate on-line da un hacker

BRUXELLES - Un giallo, da chiarire con un'inchiesta indipendente e rigorosa delle autorità accademiche britanniche, o dell'Onu; o addirittura uno scandalo, un «climate gate», che dovrebbe far tremare la comunità scientifica internazionale, e condurre a una revisione radicale delle tesi sul riscaldamento globale, date ormai per acquisite? La vicenda della pubblicazione su Internet di un migliaio di email confidenziali, scambiate fra alcuni ricercatori di punta della scienza del cambiamento climatico, sta suscitando crescenti e furibonde polemiche, tanto da far temere che la sua onda d'urto possa giungere fino a Copenaghen come uno tsunami, e devastare l'imminente Conferenza Onu sul clima.

VOLONTÀ DI MANIPOLARE - Lo scandalo, nato a Norwich (Gran Bretagna), sta nel fatto che in qualche caso appare piuttosto chiara, da parte di alcuni scienziati, la volontà di manipolare dati che potevano «disturbare» le loro tesi, o di sopprimerli piuttosto che affidarli alle mani di colleghi «scettici». Le email sono state pubblicate on-line da un hacker il 17 novembre scorso, e riguardano la corrispondenza del professor Phil Jones, direttore dell'Unità sulla ricerca climatica dell'Università dell'East Anglia di Norwich (Gran Bretagna). E' da questo dipartimento universitario che vengono molte delle misurazioni, delle serie storiche e delle banche dati sull'andamento delle temperature, su cui si sono basate le conclusioni allarmanti della comunità scientifica internazionale sul «global warming» e sullo stato del Pianeta.

IMPATTO ENORME - Il primo allarme sui possibili effetti devastanti dello scandalo è venuto dalla presa di posizione di un negoziatore dell'Arabia Saudita, un paese che negli ultimi tempi sembrava aver accettato obtorto collo, dopo anni di resistenza e di negazionismo, la tesi del cambiamento climatico e della sua origine antropica, dovuta in gran parte all'uso degli idrocarburi. Il responsabile saudita, Mohammed Al Sabban, impegnato nelle trattative internazionali sul clima, ha dichiarato ieri alla Bbc che la vicenda avrà «un impatto enorme» sulle discussioni a Copenaghen, e potrebbe farle deragliare dal percorso verso l'obiettivo principale, l'accordo per ridurre le emissioni di gas serra.

Secondo Al Sabban, «da questo scandalo emerge che non c'è la benché minima correlazione fra le attività umane e il cambiamento climatico».