23 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Brasile. Caso Cesare Battisti

Sospeso dibattimento sull'estradizione Battisti, giudici in parità

Il dibattimento è stato sospeso perché la corte ha ritenuto impossibile giungere ad una sentenza entro la giornata di oggi

BRASILIA - Il Tribunal Supremo Federal in Brasile ha sospeso il dibattimento sull'estradizione in Italia dell'ex membro dei Pac Cesare Battisti, dopo il voto contrario di Marco Aurelio Mello che stabilisce la parità fra i giudici della corte. Spetterà ora al presidente del Tribunale, Gilmar Mendes, esercitare il diritto di voto diritto previsto in caso di pareggio. Il suo intervento però è esplicitamente previsto solo in materie costituzionali.

Il dibattimento è stato sospeso perché la corte ha ritenuto impossibile giungere ad una sentenza entro la giornata di oggi; l'udienza dovrebbe riprendere mercoledì prossimo. A rendere inevitabile il pareggio è stata la decisione del giudice Dias Toffoli di rinunciare al suo diritto di voto: nominato alla Corte solo dopo l'inizio dell'esame del caso, in precedenza era stato a capo dell'Avvocatura dello Stato che aveva sostenuto la concessione dell'asilo da parte del governo.

Se il presidente Mendes dovesse esprimere il suo voto approvando l'estradizione - come appare probabile date le sue dichiarazioni passate - non è escluso che la difesa di Battisti presenti ricorso, dato che il «voto di spareggio» è previsto esplicitamente solo in materia costituzionale. Se viceversa rinunciasse, in caso di pareggio la tradizione legale brasiliana prevede il «favor rei», ovvero la soluzione più favorevole all'imputato.

Il giudice Mello, votando no all'estradizione, ha invitato la Corte «a non sostituirsi al potere esecutivo, entrando in un terreno che le è costituzionalmente vietato». Questa è in realtà la questione che preoccupa maggiormente il governo brasiliano e per la quale la decisione della Corte, quale che sia, costituirà un importante precedente. Se infatti dovesse venire approvata l'estradizione, la Corte de facto smentirebbe il potere del ministero della Giustizia di concedere asilo politico. Se i poteri attualmente demandati al Ministero della Giustizia venissero revocati, la decisione della Corte in merito all'estradizione diverrebbe vincolante.

Il Presidente in questo caso non potrebbe rifiutarsi di firmare il provvedimento e rimandare Battisti in Italia. Se Luiz Inacio Lula da Silva si opponesse all'estradizione nonostante l'eventuale sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere giudiziario.