Barroso verso investitura Europarlamento per secondo mandato
Il programma e le concessioni a Socialisti e Liberaldemocratici
STRASBURGO - José Manuel Barroso, è ormai sicuro di avere, oggi a Strasburgo, l'investitura della plenaria del Parlamento europeo per un secondo mandato come presidente della Commissione europea; gli unici dubbio che restano riguardano la consistenza e l'orientamento del suo sostegno parlamentare, che rischia di non arrivare alla maggioranza assoluta di 369 voti (la metà più uno dei membri dell'Assemblea di 736 membri), che sarebbe richiesta dal Trattato di Lisbona, se fosse già in vigore, che che non è necessaria secondo il Trattato vigente di Nizza (basta la maggioranza relativa).
Durante un bel dibattito ieri pomeriggio a Strasburgo, con un trascinante intervento del leader dei Verdi Daniel Cohn-Bendit e una risposta appassionata dello stesso Barroso, il capo dell'Esecutivo Ue ha ribadito e precisato le concessioni che farà alle richieste dei Liberaldemocratici (Alde) e ai Socialisti e Democratici (S&d), sapendo che comunque solo una parte di questi due gruppi voterà per lui, ma anche che le cose potrebbero cambiare quando verrà presentata al voto di fiducia, in dicembre, l'interna nuova Commissione.
Ai Socialisti e Democratici, Barroso ha promesso di organizzare uno 'studio d'impatto sociale' per tutte le nuove misure presentate dalla Commissione, una regolamento Ue che interpreti in modo inequivocabile la direttiva sui lavoratori distaccati (Schulz chiedeva che fosse affermato il principio 'a lavoro uguale, salario uguale', per evitare che i lavoratori operanti in un paese dell'Ue diverso dal proprio non siano pagati meno dei locali), e una direttiva sui servizi pubblici (di cui i Socialisti vogliono fermare le privatizzazioni).
Con i Liberaldemocratici, il presidente della Commissione ha rivendicato l'azione a favore della riforma 'etica' del sistema finanziario internazionale, e si è impegnato a dividere in due l'attuale portafoglio della Giustizia, Libertà e Sicurezza, creando un commissario specifico per «la Giustizia e le Libertà civili, che si occupi anche dei diritti delle minoranze», accanto a un commissario agli Affari interni, responsabile per l'immigrazione legale, la lotta a quella clandestina e la solidarietà fra gli Stati membri in questa lotta. In più, Barroso ha garantito di essere «pronto a dare battaglia» contro gli Stati membri per la riforma del bilancio comunitario e sulle modalità di finanziamento delle politiche Ue ('risorse proprie').
Un'altra novità annunciata dal presidente della Commissione è la creazione di «un nuovo commissario al Clima, con competenze trasversali» per dare più importanza alla lotta al cambiamento climatico (ma la decisione è contestata dai Verdi, che temono lo sganciamento delle responsabilità per l'Ambiente).
Barroso, infine, ha operato una timida apertura anche alla richiesta - che condividono Socialisti, Liberaldemocratici e Verdi - di lanciare un piano autenticamente europeo per la ripresa economica e la conversione 'verde' dell'economia. «Sono d'accordo con chi dice che non basta il semplice coordinamento europeo fra le misure prese dagli Stati membri, e che ci vuole un piano integrato per una strategia europea coerente». Il presidente della Commissione ha indicato, piuttosto vagamente, «una strategia per l'orizzonte 2020 che combini occupazione, lotta al cambiamento climatico e spostamento verso un'economia della conoscenza e dell'innovazione», ma in una prospettiva di «crescita sostenibile e non di de-crescita», ha puntualizzato rispondendo ai Verdi.