29 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Esteri. USA

Ottavo anniversario 11 settembre, Ground Zero ancora vuota

Lavori per la ricostruzione del sito procedono tra mille ritardi

NEW YORK - Se tutto fosse andato come previsto, al posto delle Torri Gemelle del World Trade Center, distrutte otto anni fa dall'attentato terroristico che ha cambiato l'America, oggi dovrebbero ormai cominciare a vedersi le sagome di cinque imponenti grattacieli. Uno, il più alto di New York, con una forma a spirale che dovrebbe evocare la torcia della Statua della Libertà, dovrebbe dominare i sette ettari del complesso, highlight del grande monumento alla memoria in cemento armato, incorniciato da un parchetto fitto di alberi.

Ma qualcosa è andato storto. Altro che monumento alla rinascita di New York: Ground Zero sembra congelato nel tempo ed è più simile alla voragine che i kamikaze di al Qaida hanno aperto in meno di due ore, l'11 settembre 2001, che a un monumento.

In realtà i lavori fino ad oggi sono continuati soprattutto nel sottosuolo. L'ex voragine delle Torri Gemelle è un labirinto di cemento e acciaio, che resta rasoterra. Chi guarda, dall'ingresso del cantiere, vede solo i tetti di una città sotterranea. Insomma, è chiaro che per completare il progetto di Daniel Libeskind potrebbero volerci decine d'anni, ammesso che il sito sia costruito per davvero per intero.

In primo luogo, la vigilia dell'ottavo anniversario dalle stragi, non c'è una data sicura per l'apertura del nuovo grattacielo o dei due edifici nella zona orientale del sito, solo uno dei quali in costruzione.

L'imprenditore immobiliare Larry Silverstein, il miliardario ottantenne che sta sviluppando il sito, vuole rinegoziare i termini della concessione con l'Autorità Portuale di New York e New Jersey. Uno dei nodi da risolvere è se New York abbia per davvero bisogno di cinque nuovi grattacieli. Il terzo, secondo uno studio di mercato della primavera scorsa, non troverebbe inquilini fino al 2030.

Della quinta delle torri, inoltre, non si parla quasi mai in termini concreti. Il luogo in cui dovrebbero sorgere è ancora coperto dai detriti del WTC, contaminati da sostanze tossiche. I lavori per la bonifica della zona si sono fermati nel 2007, quando un incendio è costato la vita a due vigili del gioco. L'edificio dovrebbe, sulla carta, ospitare un teatro ma non ci sono né fondi né progetti veri per la sua realizzazione.

I ritardi nei lavori non sono un segreto per nessuno in città. Un sondaggio della Quinnipiac University condotto il mese scorso suggerisce che più della metà dei newyorchesi è convinta che la ricostruzione proceda male. Il sessanta per cento non crede che la Freedom Tower, alta 1.776 piedi in memoria delle 1.776 vittime delle stragi, sarà costruita entro i termini previsti.

Chris Ward, direttore dell'Autorità Portuale non ne è stupito. «L'unica maniera per vincere lo scetticismo è di portare a termine i lavori». Ward ha notato come al lavoro nel cantiere di Ground Zero ci siano ora 1000 persone. Aggiunge che lo scheletro della Freedom Tower è già visibile, sopra il livello stradale. Anche il nuovo hub per i trasporti da 3,2 miliardi di dollari è in costruzione. Insomma, «Ground Zero non è più un fosso. C'è un senso di rinascita».

Libeskind, dal canto suo, non ha perso la speranza di vedette la sua creatura nascere dalle macerie dell'11 settembre. «E' un progetto coerente e completo», dice tuttavia.

Probabilmente il suo sogno rimarrà nel cassetto. Garbugli politici, complicazioni nella realizzazione e la recessione economica hanno allungato i tempi e gonfiato i costi. Ora per la Freedom Tower e l'hub dei trasporti si stima che i lavori saranno completati tra il 2011 e il 2014.