20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
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Sri Lanka, ribelli si arrendono, mistero sulla sorte del leader

«La vittoria non sarà completa» senza la sua cattura

COLOMBO - Dopo la resa dei ribelli tamil dello Sri Lanka, rimane il mistero sulla sorte del loro leader, Velupillai Prabhakaran: alcuni sostengono che sia ancora vivo con i suoi combattenti, altri ritengono invece che si sia suicidato oppure sia riuscito a fuggire. Le autorità di Colombo hanno proclamato la vittoria sui ribelli, ma si tratta di una vittoria monca fino a quanto non verrà catturato Prabhakaran, vivo o morto.

«Dicono che sia ancora lì, a guidare i combattimenti - ha detto un responsabile militare sotto anonimato - ma noi non abbiamo incontrato nessuno che l'abbia visto». Oggi, il ministero della Difesa ha dichiarato introvabile il capo storico delle tigri, spazzando via tutte le voci sulla sua sorte. «Non abbiamo alcuna informazione su Prabhakaran», ha detto il portavoce del ministero, Lakshman Hulugalle. Secondo voci raccolte a Colombo, Prabhakaran, 54 anni, impossibilitato a fuggire, si sarebbe suicidato. Fonti militari riferiscono di una forte esplosione avvenuta venerdì scorso nella zona ancora sotto il controllo dei tamil: Prabhakaran si sarebbe fatto esplodere, insieme ai suoi luogotenenti, per non far ritrovare il suo corpo e mantenere intatta la sua fama. Ieri, proprio il ministero della Difesa aveva lanciato l'allarme su un possibile «suicidio di massa» dei ribelli.

Ritenuto un sanguinario e uomo di enorme crudeltà, Prabhakaran ha sempre imposto una ferrea disciplina alle sue truppe. Come il loro capo, anche i principali leader delle tigri hanno sempre fatto sapere che si sarebbero uccisi piuttosto che finire in mano al governo, portando sempre con sè una pasticca di cianuro. Tuttavia, il fondatore delle Tigri di liberazione dell'Eelam tamil (Ltte), il minore di quattro figli di una famiglia tamil della classe media di Jaffna, nel nord, potrebbe anche essere fuggito in India o nel sud-est asiatico, oppure essersi nascosto nell'isola. Tigre numero uno, come viene soprannominato, il leader tamil potrebbe essersi nascosto in India o in una delle comunità di pescatori lungo le coste della Thailandia o della Malaysia, dove la polizia è stata messa in stato di allarme.

Tuttavia, l'uomo definito come un «megalomane senza pietà» dai responsabili della difesa potrebbe anche utilizzare due suoi sosia. Così, se venisse catturato, le autorità dovrebbero comunque ricorrere al test del Dna per avere la certezza della sua cattura. In lotta dal 1972 per ottenere uno Stato indipendente nel nord-est del Paese, dove è concentrata la minoranza tamil, e invisibile da 18 mesi, Prabhakaran non intende dunque offrire a Colombo la soddisfazione di una vittoria totale.

«Le Tigri di liberazione dell'Eelam tamil hanno visto distruggere completamente le loro forze militari e non potranno mai più controllare il territorio che era loro - ha detto alla France presse Dharmalingam Sithadthan, co-fondatore del movimento, diventato da tempo un politico tamil moderato - ma se non viene trovato Prabhakaran, la vittoria non sarà completa. Al contrario, se Prabhakaran venisse ucciso, ci sarebbe una concreta possibilità di ristabilire la pace, perché era il principale ostacolo a una risoluzione politica» del conflitto.