19 aprile 2024
Aggiornato 16:30

Afghanistan, rapporto Rsf: peggiora situazione libertà di stampa

Ne sono responsabili tanto l'insurrezione che le autorità

KABUL - In Afghanistan la situazione della libertà di stampa si sta deteriorando, sia a causa dell'insurrezione talebana sia a causa delle autorità. Lo sostiene un rapporto di Reporters sans Frontieres (RSF) pubblicato oggi. «La comparsa di centinaia di media, in particolare radio e televisioni private, ha modificato profondamente il modo in cui gli afgani vengono informati», spiega l'organizzazione nel suo rapporto, stilato dopo un'inchiesta svolta sul posto nel mese di gennaio.

Ma i giornalisti, come l'insieme degli afgani, patiscono in modo pesante l'insicurezza generalizzata che regna nel paese: «La situazione della libertà di stampa si degrada ed è responsabilità del governo riuscire a fermare questi drammatici sviluppi», valuta RSF. «Lo stato è incapace di assicurare la sicurezza più elementare per i giornalisti. Dal giugno 2007 al gennaio 2009, Reporters sans Frontieres ha rilevato non meno di 24 aggressioni, 35 minacce di morte, 14 fermi e 7 sequestri», si legge nel rapporto. «Due giornalisti sono stati uccisi nel 2008, una cinquantina sono stati feriti (...), almeno sei giornalisti stranieri sono stati rapiti in Afghanistan dal 2008», ricorda ancora RSF. Larghe aree del paese sono inaccessibili ai media, in particolare nell'est e nel sud, quelli che RSF definisce dei «buchi neri» dell'informazione.

E se «l'opposizione armata, in particolare i gruppi talebani, hanno la responsabilità più grave di questo clima di insicurezza», anche le autorità hanno le loro, giudica Rsf, sottolineando in particolare l'impunità dei responsabili degli assassini dei giornalisti o gli abusi della pulizia. RSF sottolinea anche i casi di giornalisti minacciati o imprigionati per «blasfemia»: «I giornalisti afgani sono liberi di esprimersi, fin tanto che non evocano in modo critico l'unico argomento davvero tabù nel paese, l'islam». (fonte afp)