29 marzo 2024
Aggiornato 09:30

Lefebvriani, Papa scrive a Vescovi: colpito da ostilità e attacchi

La lettera per spiegare la revoca e le polemiche

Città del Vaticano - Una lettera di sette pagine che Papa Benedetto XVI invia a tutti i vescovi della Chiesa cattolica per affrontare il caso della revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani e le polemiche per l'intervista negazionista delle camere a gas rilasciata dal vescovo Williamson. Sarà pubblicata domani a mezzogiorno, secondo quanto anticipano oggi alcuni organi di stampa.

Con la missiva, dunque, «il Papa vuole fare chiarezza circa le polemiche sollevate dalla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani e dal caso Williamson, e interviene sulle critiche divampate anche e soprattutto dentro la Chiesa», scrive il Giornale. Benedetto XVI ricorda che il caso «ha suscitato all'interno e fuori della Chiesa cattolica una discussione di tale veemenza quale da molto tempo non si era più sperimentata».

Il Papa ricorda la «valanga di proteste» e l'accusa a lui rivolta di voler tornare indietro rispetto al Concilio. «Una disavventura per me imprevedibile - scrive il Pontefice, secondo quanto riferisce il 'Giornale' - è stata il fatto che il caso Williamson si è sovrapposto alla remissione della scomunica. Il gesto discreto di misericordia verso quattro vescovi, ordinati validamente ma non legittimamente, è apparso all'improvviso come una cosa totalmente diversa: come una smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quindi come la revoca di ciò che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino della Chiesa».

Benedetto XVI spiega che in futuro la Santa Sede dovrà prestare più attenzione alle notizie diffuse su internet (le dichiarazioni di Williamson erano circolavano infatti sul web già prima della pubblicazione della revoca della scomunica) e aggiunge: «Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un'ostilità pronta all'attacco. Proprio per questo ringrazio tanto più gli amici ebrei che hanno aiutato a togliere di mezzo prontamente il malinteso e a ristabilire l'atmosfera di amicizia e di fiducia».

Il Papa si rammarica poi per il fatto che la stessa revoca della scomunica, «la portata e i limiti del provvedimento» non siano stati «illustrati in modo sufficientemente chiaro al momento della sua pubblicazione». E precisa che la scomunica colpisce persone, non istituzioni: «Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari ma dottrinali» e i suoi ministri, anche se «sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica, non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa».

Il «sommesso gesto di una mano tesa», ricorda ancora il Papa, ha invece dato origine a grandi polemiche, trasformandosi così «nel contrario di una riconciliazione». «Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità (i lefebvriani, ndr) nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa?».