Yukos, Khodorkovsky rischia altri 22 anni
L'ex patron di Yukos alla vigilia dell'udienza, ha detto di aver visto a Mosca «segnali positivi di cambiamenti istituzionali»
MOSCA - E' iniziato oggi con un'udienza preliminare il processo «Yukos 2» a Mikhail Khodorkovsky, un banco di prova non soltanto per l'ex miliardario ma anche per la giustizia russa e per l'immagine di Dmitri Medvedev in Occidente. L'ex patron di Yukos alla vigilia dell'udienza, ha detto di aver visto a Mosca «segnali positivi di cambiamenti istituzionali», compreso «il della giustizia come una branca separata del potere».
Il processo riporta sul banco degli imputati l'ex uomo più ricco di Russia che questa volta rischia fino a 22 anni di carcere aggiuntivi per operazioni finanziarie illegali e riciclaggio. Khodorkovsky per l'occasione è stato trasferito dal carcere siberiano di Chita, vicino alle miniere di uranio al penitenziario moscovita di Matrosskaya Tishina. «Su uno sfondo di comprensibili problemi economici sono visibili segni positivi dei cambiamenti istituzionali» afferma il nemico numero uno di Vladimir Putin, con un chiaro riferimento ai mutamenti voluti dalla nuova amministrazione al Cremlino.
«Finora, solo i segni iniziali: normali tentativi di opposizione, una ragionevole risposta agli sviluppi internazionali in alcune parti dell'elite al potere, l'inizio di un sistema di giustizia indipendente come branca del potere». Khodorkovsky «per quanto riguarda il processo» garantisce «trasparenza, chiarezza e nessun tentativo di eludere la giustizia» nel caso 'Yukos 2'. Un affare politico, secondo gli esperti, sullo sfondo di accuse per quasi 32 miliardi di euro richiesti dallo stato russo. Khodorkovsky era già stato condannato a nove anni di carcere duro e sino a pochi giorni fa era detenuto in un penitenziario siberiano a Chita, poco distante dalle miniere di uranio. Ma ora con l'avvicinarsi delle nuove udienze a suo carico, Khodorkovsky è stato trasferito a Mosca, con il suo ex socio d'affari Platon Lebedev. I due attendono ora il nuovo processo che inizierà domani, nel carcere della capitale russa, Matrosskaja Tishina.
E' il segnale che la richiesta di grazia da parte degli avvocati del magnate e gli appelli alla clemenza giunti da Occidente, difficilmente verranno ascoltati. «Penso che anche il presidente Dmitri Medvedev non farà nulla: è un tema troppo sensibile per il suo predecessore» spiega il politologo Aleksei Mukhin, in riferimento alla posizione irremovibile di Putin. «E' un affare politico, legato a una distruzione economica e in fondo la seconda ondata di accuse era prevedibile», aggiunge. La lotta in sede giudiziaria si preannuncia molto dura. L'appropriazione indebita di beni e fondi di cui sarebbe responsabile l'ex oligarca prevede un massimo di 10 anni di reclusione e il riciclaggio altri 15 anni, ma il totale della pena non potrà essere superiore a 22 anni e mezzo di carcere supplementari. Oltre ai nove che Khodorkovsky sta già scontando in Siberia, tra ostilità dei compagni di cella e rieducazione a base di taglio e cucito.