29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Tagliato risarcimento record

Caso Yukos, la Corte dell'Aja dà ragione alla Russia

Buone notizie per la Russia di Vladimir Putin. La Corte distrettuale dell'Aja ha infatti tagliato il risarcimento record da 50 miliardi di dollari che Mosca avrebbe dovuto pagare agli azionisti della Yukos, la compagnia petrolifera dell'ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, in base ad un arbitrato del 2014

MOSCA - Buone notizie per la Russia di Vladimir Putin, dopo i giorni neri seguiti al fallimento del vertice Opec e a un nuovo indebolimento del rublo. La Corte distrettuale dell'Aja ha infatti tagliato il risarcimento record da 50 miliardi di dollari che Mosca avrebbe dovuto pagare agli azionisti della Yukos, la compagnia petrolifera dell'ex oligarca Mikhail Khodorkovskyin base ad un arbitrato del 2014.

La vicenda
Un brutto colpo all'ex rivale di Putin, anche se tra gli azionisti beneficiari non compare direttamente il nome dell'ex ad della Yukos, arrestato e condannato per frodi nel 2003, poi graziato dal Cremlino dopo dieci anni di prigione. Alla fine di marzo, il Comitato Investigativo della Russia aveva segnalato l'illegalità dell'acquisizione della compagnia petrolifera «Yukos» da parte di Mikhail Khodorkovsky nel 1995. A Mosca si crede che gli ex azionisti della «Yukos» non avessero alcun diritto di appellarsi al tribunale arbitrale dell'Aja, che aveva imposto alla Russia di risarcirli con 50 miliardi di dollari.

I commenti
Khodorkovsky ha così commentato la notizia via Twitter: su Mosca, «l'Occidente ha deciso di ridurre la pressione. I miei amici continueranno la lotta. Io invece ho sempre optato e opto per un cambiamento del regime attraverso un'altra via».Soddisfazione giunge invece dal Cremlino: il portavoce di Putin, Dimitry Peskov, ha dichiaratodi essere soddisfatto del provvedimento, ma di non credere che la vicenda si chiuda qui. «Si puo' dire che accogliamo con favore la sentenza della Corte dell'Aja», ha detto Peskov ai giornalisti, «ma siamo consapevoli che questa non è la fine della storia. I lavori proseguiranno in varie giurisdizioni. Sappiamo che inizierà il processo di immediata cessazione di tutte le udienze esecutive in tutti i paesi. Noi continueremo a lavorare».