19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Tangenti in Lombardia

Tangenti per opere pubbliche, 14 arresti in Lombardia

Quattordici arresti per tangenti in Lombardia. E' questo il bilancio dell'indagine condotta dalla Guardia di Finanza nelle scorse ore e che ha accertato violazioni per circa 20 milioni di euro. Tra le commesse anche la linea ferroviaria di Malpensa

MILANO – Quattordici persone sono finite in manette per un presunto giro di tangenti finalizzate all'acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia. La Guardia di Finanza ha eseguito gli arresti che hanno coinvolto imprenditori bergamaschi e calabresi ritenuti vicini ad un contesto criminale di 'ndrangheta.

Quattordici arresti per tangenti in Lombardia
Quattordici arresti sono stati effettuati dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano con al centro l'acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia. Undici sono finite in carcere e tre ai domiciliari. L'accusa è quella di associazione a delinquere e, come riporta l'ANSA, sarebbe stata costituita da «imprenditori bergamaschi e calabresi», alcuni dei quali «aventi contiguità ad un contesto criminale di 'ndrangheta».

Tra le commesse anche la linea ferroviaria di Malpensa
Tra le commesse c'era anche quella relativa alla linea ferroviaria che collega il terminal 1 al terminal 2 di Malpensa. L'opera doveva essere pronta entro la fine dell'estate, ma non è stata ancora completata. L'indagine è stata condotta dalla Gdf e coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini. Tra le persone finite in arresto c'è anche il figlio dell'ex dg delle Ferrovie Nord Milano e ora manager in una società del Gruppo. In arresto sono finiti anche Alessandro Raineri e l'imprenditore bergamasco Pierino Zanga.

Violazioni per 20 milioni di euro
A quanto risulta dalle indagini, questi imprenditori avrebbero messo in piedi una associazione a delinquere avvalendosi di alcune società nel settore dell'edilizia formalmente intestate a dei soggetti «prestanome». Complessivamente sono state accertate violazioni per 20 milioni di euro. Sono stati contestati anche reati di natura fiscale e truffa ai danni dello Stato, oltre che la bancarotta fraudolenta, l'intestazione fittizia di beni e complessi societari e la «illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza». Si tratta di violazioni per circa 20 milioni di euro.