25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Il buco nero del debito della Capitale

Comune Roma, debito pregresso di 12 mld, non individuato il 43% dei creditori

Scozzese, commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro del debito del Campidoglio, avverte: «Ora che lo conosciamo, va gestito meglio. C'è rischio di una crisi di liquidità». Meloni e Fassina: il debito va rinegoziato.

Situazione drammatica per le casse della città
Situazione drammatica per le casse della città Foto: Shutterstock

ROMA - Il commissario straordinario per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale, Silvia Scozzese, durante un'audizione in commissione Bilancio della Camera, ha spiegato che il debito della città ammonta a circa 12 miliardi di euro. A scoperchiare il calderone del debito di Roma, sotto gestione commissariale straordinaria dal giugno 2008, c'è da dare i numeri. Nella «bad company» di Roma capitale sono stati scaricati, infatti, debiti per circa 9 miliardi di euro. Oggi, a quasi 8 anni dal suo insediamento, invece di averli ridotti la gestione li ha visti lievitare a ben 8,7 miliardi di tipo finanziario e altri 3,2 accumulati tra fornitori, pubbliche amministrazioni e altro. Ma c'è di più: Roma non conosce ben il 43% delle persone che sta rimborsando, e perché.

Il buco nero del debito
L'audizione in Commissione Bilancio della Camera dell'attuale Commissario al debito Silvia Scozzese, arrivata all'incarico dopo aver rimesso in ordine i conti del Comune con la Giunta Marino, ha fatto emergere anche altri fatti ignoti e sconcertanti sul buco nero che incombe sulla città. Scozzese ha spiegato, ad esempio, che di ben 2mila pratiche di espropri, avvenuti tra il 1960 e il 1990, si è ritrovata memoria solo nel 2010, sono stati quantificati in circa 1 miliardi di euro, aggiunti al debito e ancora inevasi. Che, poi, «né i Piani di rientro finora redatti dalla Gestione commissariale, ne' il documento di accertamento definitivo del debito - ha detto Scozzese - sembrano contenere una ricognizione analitica e una rappresentazione esaustiva della situazione finanziaria da risanare antecedente al 2008». Che oltre 5.100 creditori del Comune, poi, che vantano «circa» 2 miliardi di euro. Cifra che, ha detto Scozzese «non può essere considerata definitiva e attendibile perché il dato, elaborato e ricevuto direttamente dagli uffici del Comune, è stato dagli stessi uffici comunicato come meramente indicativo e suscettibile di variazion».

La questione derivati
La gestione, poi, dovrebbe riscuotere anche 9.608 posizioni creditorie, che valgono un miliardo e 851 milioni di euro, ma il 77% di esse non è identificata. C'è poi tutta la vicenda dei derivati: «la Gestione ne ha ereditati dal Comune ben nove, che nel 2008 erano in passivo di circa 147 milioni di euro. Gli ultimi due attivi, che scadono nel 2030, erano in perdita nel 2011 di poco meno di 19 milioni di euro, saliti a ben 32 milioni di euro a settembre 2015».

Tronca rinegozi il debito
I candidati sindaco di Roma di Fdi, Giorgia Meloni, e di Sinistra Italiana, Stefano Fassina, entrambi deputati erano presenti all'audizione, mentre il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, candidato del Pd, ha lasciato la seduta quando era ancora in corso il primo intervento di Scozzese. Destra e Sinistra sono concordi nel chiedere che la Commissario rinegozi il debito che gestisce al più presto: «Ci sono Comuni che sulla base di inchieste della magistratura che hanno stabilito che i derivati avevano carattere puramente speculativo - ha sostenuto Meloni -, sono riusciti a fare ristrutturazioni del debito in via extra-giudiziale. Il Comune di Milano l'ha rinegoziato con un risparmio da 455 milioni». Fassina ha annunciato di voler chiedere un incontro all'Ad di Cassa Depositi e prestiti «perché gestisca la ristrutturazione del mutuo contratto con loro». Beneficio dell'operazione? «100 milioni l'anno in più nelle casse del Comune», ha spiegato Fassina. Una goccia in un mare in gran parte ancora sconosciuto.