29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Tra cessioni che rischiano di saltare e assenza di successioni

CBS, Viacom e Forbes: in bilico i grandi nomi dell'editoria USA

Alcuni dei nomi più blasonati dell'editoria e dell'entertainment americani stanno attraversando in maniera molto accidentata fasi critiche della loro storia.

NEW YORK - La storica vendita ad una cordata asiatica di Forbes, valutata poco meno di mezzo miliardo di dollari, rischia ora di saltare a causa del mancato pagamento di una rata da alcune migliaia di dollari. E intanto due giganti dei media a stelle e strisce, Viacom e il gruppo televisivo CBS appaiono appesi alle sorti dell'azionista di maggioranza ultra novantenne, che non ne vuole sapere di passare il testimone.

Alcuni dei nomi più blasonati dell'editoria e dell'entertainment americani stanno attraversando in maniera molto accidentata fasi critiche della loro storia. Viacom, che controlla la casa cinematografica Paramount e il gruppo televisivo Mtv, era stata rilevata nel 1987 dall'investitore rampante Summer Redstone, con una Opa ostile che fece scalpore.

Il magnate l'ha guidata in anni di successi. Ma ora, a 92 anni, la sua ostinazione a restare alla guida - è presidente del Consiglio di amministrazione sia di Viacom che di Cbs - appare una minaccia quasi quanto le sfide dei nuovi canali di trasmissione.

Ai 51 dollari attuali il titolo Cbs in borsa ha perso il 23 per cento rispetto al picco di marzo 2014, mentre Viacom ha ceduto più del 40 per cento in soli quattro mesi, a sua volta poco sopra 50 dollari rispetto agli 87 dollari sfirati a luglio. Su entrambi i conglomerati pesa l'accresciuta concorrenza di servizi su richiesta come Netflix, Amazon e Hulu.

E a differenza del suo rivale Rupert Murdoch - l'editore australiano che ha nominato da tempo i figli a capo del suo impero, Lachlan co amministratore delegato di 21st Century Fox e di News Corporation e James amministratore delegato della News Corp - Redstone non ha voluto nemmeno chiarire se a succedergli sarà la figlia Shari, o l'amministratore delegato di Viacom Philippo Dauman.

L'assenza dell'anziano editore alle ultime assemblee degli azionisti e incontri con gli analisti ha ulteriormente sollecitato il nervosismo degli investitori.

Intanto si è improvvisamente fatta altrettanto turbolenta la situazione a Forbes, la storica rivista finanziaria. Secondo il Financial Times - che è stato recentemente a sua volta ceduto ai giapponesi di Nikkei - lo scorso ottobre, durante un incontro a porte chiuse a Hong Kong, il solitamente morigerato Steve Forbes - l'erede della dinastia che controlla la testata - è andato su tutte le furie, dopo il mancato pagamento di una rata da 40 mila dollari da parte della Integrated Whale Media Investments. Si tratta del gruppo di investitori asiatici con cui si era accordato per la cessione della rivista, la cui valutazione risultava pari a 475 milioni di dollari.

L'erede Forbes ha parlato di «mancanza di rispetto» e poi è passato alle vie di fatto. Vie legali: ha fatto causa ai compratori presso un tribunale del Delaware. «L'ammontare contestato è esiguo, ma la famiglia si è molto irritata», ha spiegato una fonte vicina ai Forbes citata dal quotidiano. Anche se la Integrated Whale Media Investments sostiene che la causa è «destituita di qualsiasi fondamento», secondo il Ft il passaggio di mano sembra vacillare.