30 luglio 2025
Aggiornato 15:30
Le due associazioni non mollano

Unindustria-Confcommercio: Tagliavanti si dimetta

Lorenzo Tagliavanti «non esprime una leadership condivisa, non esprime un programma condiviso, opera in conflitto di interessi»: così il presidente di Confcommercio Roma, Rosario Cerra, continua a chiedere al nuovo presidente della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, di dimettersi

ROMA - «Non parteciperemo ad alcun consiglio, non vogliamo posti in giunta né compromessi al ribasso». Unindustria e Confcommercio Roma non mollano e dopo aver fatto mancare in agosto la loro partecipazione al voto sul nuovo presidente della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, tornano a chiedere che se ne vada. La frattura almeno per il momento sembra insanabile.

Conflitto di interessi in corso
«Chi rompe non aggiusta», ha detto il presidente di Confcommercio Roma, Rosario Cerra, respingendo il tentativo di ricucire arrivato dallo stesso Tagliavanti (che è anche direttore della Cna) tramite un'intervista su 'La Repubblica'. Tagliavanti «non esprime una leadership condivisa, non esprime un programma condiviso, opera in conflitto di interessi» e «abbiamo forti perplessità sull'esito nella distribuzione dei membri del consiglio camerale», ha aggiunto il presidente di Unindustria, Maurizio Stirpe, il quale ha tenuto a sottolineare che «il problema» non è la Cna ma «solo» il suo presidente ora anche presidente di Cam Com Roma. Tra diversi ricorsi al Tar presentati, il progetto di riforma della Camera di commercio di Roma e la promessa che non parteciperanno alla vita degli organi della Camera di commercio Roma finché Tagliavanti ne sarà presidente, le due associazioni sono decise a mettersi di traverso.

Elezione illegittima
Dei procedimenti promossi davanti al Tar c'è quello sulla misura della rappresentanza: «Noi riteniamo - ha spiegato Stirpe - che con una conta precisa il risultato avrebbe potuto essere diverso»; quello sulle «convocazioni del consiglio dell'8 di agosto e delle procedure che sono state seguite per le varie elezioni di quei giorni»; poi il ricorso contro «l'eliminazione del seggio operato dalla Regione nel momento in cui Confartigianato è uscita dal nostro raggruppamento» e sulla «condizione di ineleggibilità di Tagliavanti quale presidente».

Il progetto di riforma
«Questa città o cambia o non va avanti», hanno proseguito, illustrando il loro progetto di riforma in sette punti: finanziare opere ma non gestirle («non può essere un poltronificio»); indirizzi chiari su cosa deve fare la Camera di commercio chiarendo le competenze essenziali di servizio come la tenuta del registro delle imprese; un piano più incisivo di razionalizzazione delle partecipate («un grande buco nero» che ha «bruciato milioni senza dare nulla», ha detto Cerra); nessun incarico apicale nelle partecipate per i componenti di Giunta («deve finire il gioco che i controllori e i controllati sono gli stessi»); un nuovo piano di razionalizzazione degli immobili; la trasparenza con la pubblicazione integrale sul sito della Camera di tutti i verbali degli organi istituzionali e di tutte le delibere immediatamente dopo l'assunzione della decisione; la riorganizzazione funzionale del personale «elemento imprescindibile per la sopravvivenza stessa della Camera».

(con fonte Askanews)