Nel Regno unito le autostrade ricaricheranno le auto elettriche in corsa
La società che gestisce le autostrade inglesi, Highways England, ha annunciato di aver concluso lo studio di fattibilità per le corsie 2.0 in grado di «fare il pieno» alle e-car che le percorrono e di essere pronta a realizzare un impianto per testare questa nuova tecnologia entro l'anno
LONDRA – Auto elettriche o ibride che ricaricano le proprie batterie semplicemente viaggiando su apposite corsie autostradali: per ora è un test, ma nel Regno unito potrebbe presto diventare realtà.
IMPIANTO PER I TEST ENTRO 2015 - La società che gestisce le autostrade inglesi, Highways England, ha annunciato di aver concluso lo studio di fattibilità per le corsie 2.0 in grado di «fare il pieno» alle e-car che le percorrono e di essere pronta a realizzare un impianto per testare questa nuova tecnologia entro l'anno. Per ora sul progetto vige il massimo riserbo: le poche cose che si sanno è che le auto devono essere munite di un apposito strumento, per ricevere l'energia in modalità wireless da apparecchiature posizionate sotto il manto stradale. Per avere qualche dettaglio in più sulla tecnologia sottostante, Highways England ha spiegato di attendere che il governo britannico individui un appaltatore. Mike Wilson, ingegnere capo per le autostrade della compagnia, ha commentato in un comunicato: «Ci stiamo impegnando per fare in modo che sempre più auto a bassissime emissioni possano attraversare le autostrade e le strade principali dell'Inghilterra. Questo test di trasmissione di energia senza cavi, al di fuori delle vie di percorrenza, permetterà la creazione di un network di strade sempre più sostenibili in Inghilterra e aprirà la strada a nuove possibilità di business per le aziende di trasporti del Paese».
500 MILIONI DI STERLINE INVESTITE - Il ministro dei Trasporti di Londra, Andrew Jones, ha dichiarato in una nota: «La prospettiva di ricaricare veicoli a basse emissioni mentre si muovono è ricca di potenzialità. Il governo ha già stanziato 500 milioni di sterline per i prossimi 5 anni, così da permettere alla Gran Bretagna di rimanere in prima linea nello sviluppo di questa tecnologia, che contribuirà alla crescita del settore dei trasporti e creerà nuovi posti di lavoro».