19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Sanità | Dimissioni Benedetto XVI

Il Papa prima della rinuncia chiude la partita dell'ospedale Idi

Prima la presidenza dello Ior, e la commissione cardinalizia della «banca vaticana», ora il commissariamento dei Concezionisti, i religiosi a capo dell'ospedale Idi, una «bomba a orologeria» che ticchettava da mesi

CITTÀ DEL VATICANO - Prima la presidenza dello Ior, e la commissione cardinalizia della «banca vaticana», ora il commissariamento dei Concezionisti, i religiosi a capo dell'ospedale Idi, una «bomba a orologeria» che ticchettava da mesi. Prima della rinuncia al soglio petrino, Benedetto XVI e i suoi collaboratori prendono in mano, e chiudono, alcuni scottanti 'dossier' finanziari della Santa Sede.

«A seguito della visita apostolica effettuata da S.E. Mons. Filippo Iannone alla Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, in data 15 febbraio il Santo Padre ha deciso di affidare il Governo del menzionato Istituto religioso all'Em.mo Cardinale Giuseppe Versaldi, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, nominandolo Delegato Pontificio», ha reso noto oggi la sala stampa della Santa Sede. «In tale veste il Card. Versaldi avrà il compito di guidare l'Istituto religioso e di indirizzare le strutture sanitarie da esso gestite verso un possibile risanamento economico, escludendo tuttavia una partecipazione della Santa Sede in tali opere».

E' l'ultimo capitolo di una lunga storia che intreccia affari opachi, inchieste giudiziarie e decisioni vaticane. E che somiglia, per certi versi, alla storia del nosocomio milanese San Raffaele fondato da don Luigi Verzè. Don Verzè, in questo caso, è padre Franco Decaminada, a lungo onnipotente patron dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi), a Roma. In estate il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi, il pubblico ministero Michele Nardi e Giuseppe Cascini della Direzione distrettuale antimafia hanno iscritto i vertici del gruppo nel registro degli indagati ipotizzando l'associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e all'evasione tributaria. L'inchiesta ha fatto emergere diversi dettagli tutti da appurare (un casale in Maremma, un'impresa immobiliare, la malaccorta acquisizione di un centro per la produzione di farmaci anti-tumorali). E avrebbe appurato un dissesto finanziario di circa 800 milioni di euro all'origine del fatto che per oltre cinque mesi i 1.800 lavoratori del gruppo (oltre all'Idi, il San Carlo di Nancy, sempre a Roma, e Villa Paola di Capranica nel Viterbese) non hanno ricevuto, salvo qualche acconto, lo stipendio. La situazione si è aggravata dopo che i vertici della congregazione religiosa hanno esautorato, a distanza di pochi mesi e senza molte spiegazioni, il prefetto di garanzia, Vincenzo Boncoraglio, che, con l'interim di direttore generale, era riuscito a preparare uno studio per il rilancio dell'ospedale.