20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Analisi della Coldiretti su dati del NOAA

Estate mai così bollente

La temperatura media globale sulla terra dell'emisfero nord nel mese di luglio è stata la più elevata mai registrata con un valore di ben 1,19 gradi celsius superiore alla media provocando una forte riduzione dell'estensione dei ghiacciai del mare artico che è la seconda piu' bassa di sempre

ROMA - La temperatura media globale sulla terra dell'emisfero nord nel mese di luglio è stata la più elevata mai registrata con un valore di ben 1,19 gradi celsius superiore alla media provocando una forte riduzione dell'estensione dei ghiacciai del mare artico che è la seconda più bassa di sempre. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati del National Oceanic and Atmospheric Administration che conferma i cambiamenti climatici in atto dopo che anche il mese di giugno aveva fatto segnare il record con una temperatura media globale sulla terra dell'emisfero nord di ben 2,34 gradi celsius superiore alla media.

L'arrivo dell'anticiclone «colosso dei deserti» che porterà aria caldissima oltre che in Italia in Spagna, Francia, Germania, Paesi Bassi ed anche Lapponia rischia di amplificare una anomalia climatica che - sottolinea la Coldiretti - è solo leggermente meno evidente se si considera la media combinata delle temperature della terraferma con quella degli oceani sull'intero globo che si è classificata «solo» al quarto posto tra le più alte di sempre sia a giugno che a luglio. La tendenza al surriscaldamento - continua la Coldiretti - si è verificata anche in Italia dove il mese di luglio si è classificato al sesto posto tra i più caldi da 210 anni facendo registrare un'anomalia di 1,,94 gradi in più rispetto alla media, secondo Isac Cnr, dopo che giugno era stato il terzo più caldo da oltre due secoli.

In Italia il caldo e la siccità - sottolinea la Coldiretti - hanno fatto quasi raddoppiare il numero di incendi con 5375 roghi (+79 per cento) rilevati dalla Forestale dall'inizio dell'anno a metà agosto ma anche tagliato i raccolti con perdite stimate pari al miliardo di euro per i tagli della produzioni che a livello nazionale vanno dal -20 per cento per il pomodoro al 30 per cento per il mais fino al 40 per cento per la soia, ma forti riduzioni sono previste per la barbabietola da zucchero con quasi il dimezzamento della produzione nelle regioni del Nord e per il girasole (-20 per cento) mentre la vendemmia si preannuncia una delle più contenute dell'ultimo secolo anche se di buona qualità.

Ma oltre alla mancanza dell'acqua gli effetti del caldo si fanno sentire anche sulla produzione di latte con le mucche che - precisa la Coldiretti - hanno prodotto in media dal 10 al 20 per cento di latte in meno ma cali si rilevano anche per il miele e le uova. Gli effetti del clima bollente si sono fatti sentire sui raccolti mondiali con il caldo e la siccità che, insieme all'Italia e all'Europa, ha colpito soprattutto gli Stati Uniti dove si è registrata a luglio la temperatura più alta di sempre che ha di fatto svuotato il «granaio» del mondo, con un calo stimato del 13 per cento per il mais e del 12 per cento per la soia, e provocato un allarme cibo per una carestia mondiale del G20 che ha convocato con urgenza per il 27 agosto di una prima conference call tra i Paesi membri.

Il crollo dei raccolti negli Stati Uniti che servono per alimentare gli animali destinati alla produzione di latte e carne, ha causato - sottolinea la Coldiretti - l'allarme mondiale per l disponibilità del cibo con aumenti dei prezzi delle materie prime agricole superiori al 30 per cento dall'inizio dell'anno. L'andamento dei prezzi delle materie prime agricole sta provocando - sostiene la Coldiretti - effetti sui mercati internazionali dove con i rincari si prospetta una ripresa dell'inflazione, ma è allarme anche per il commercio internazionale con il rischio di mancata consegna delle forniture con effetti drammatici - afferma la Coldiretti - sul piano della disponibilità di cibo nei paesi poveri e della sicurezza sociale in paesi come la Libia o l'Egitto che sono forti importatori di grano e si teme il ritorno della guerra del pane. L' aumento dei prezzi è giustificato sul piano congiunturale dal clima che ha colpito con il caldo e la siccità gli Usa mentre un calo dei raccolti è previsto in Russia nella zona del mar Nero per le alluvioni ed in Ucraina, ma in realtà a pesare sono anche i cambiamenti strutturali come ha evidenziano - precisa la Coldiretti - l'ultimo rapporto Ocse-Fao secondo il quale la produzione agricola deve crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per far fronte all'aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, alla richiesta di biocarburanti che è stata messa in discussione dalla Fao e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di carne e, quindi, di mangime per gli allevamenti.

«Una situazione che conferma l'importanza che l'Italia difenda e valorizzi il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati» sostiene il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Il 46 per cento degli italiani è infatti preoccupato che la produzione di cibo non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno della popolazione anche per effetto del calo delle terra coltivata, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro del luglio 2012. La preoccupazione degli italiani - conclude la Coldiretti - è superiore a quella della media dei cittadini europei che si ferma al 43 per cento anche se i più allarmati sono i greci con il 94 per cento, i più colpiti dalla crisi tra gli europei.