La siccità taglia del 25% i raccolti di mais e pomodoro
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell'arrivo dell'anticiclone Minosse nel fare il bilancio sugli effetti delle temperature bollenti: In difficoltà anche api, mucche e maili nelle stalle
ROMA - Il grande caldo accompagnato dalla siccità rischiano di compromettere i raccolti con cali delle produzioni che potrebbero essere ridotte di almeno il 20 per cento per il granoturco nel nordest e del 25 per cento per il pomodoro al sud, anche se la qualità resta buona. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell'arrivo dell'anticiclone Minosse nel fare il bilancio sugli effetti delle temperature bollenti, con il mese di giugno che si è classificato al terzo posto tra i più caldi e al quarto posto tra i più siccitosi degli ultimi duecento anni secondo Isac-Cnr.
L'afa e gli effetti del calo del 71 per cento delle precipitazioni rispetto alla media a giugno si sono fatti sentire sulla natura poiché sopra i 30 gradi - sottolinea la Coldiretti - vanno in stress le piante di pomodoro che non riescono più a lavorare e si fermano, nonostante l'irrigazione che non riesce a sopperire neanche al fabbisogno idrico delle coltivazioni di granoturco che al nord hanno cominciato ad appassire mentre in difficoltà sono anche il girasole e le bietole. Le coltivazioni - precisa la Coldiretti - in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell'acqua per completare il ciclo produttivo. Il caldo ha pesanti effetti anche - sottolinea la Coldiretti - nel mondo animale con le api stremate dal caldo che non svolgono più adeguatamente il prezioso lavoro di trasporto del polline e del nettare mentre nelle stalle si registra un crollo delle produzioni del 10 per cento per effetto dello stress a cui sono sottoposte le mucche.
Le api che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele dopo che l'estremizzazione delle temperature medie invernali, con un febbraio di forte gelo perdurante e poi un marzo con punte di calore estive, non ha certo favorito l'uscita dall'inverno degli allevamenti apistici. Ma l'afa e le temperature - continua la Coldiretti - hanno tolto l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime. La situazione - precisa la Coldiretti è aggravata dall'umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. In soccorso nelle stalle sono state allestite - conclude la Coldiretti - doccette, ventole e condizionatori e utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori.
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