G20, si cerca accordo per più risorse a FMI e firewall anti-crisi
Secondo fonti di una delegazione non europea, gli sherpa sono alla ricerca di un buon equilibrio per convincere l'Eurozona a dotarsi di strumenti finanziari efficaci. Montega: Nessun aiuto dai Brics senza maggiore impegno europei
CITTÀ DEL MESSICO - I ministri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali del G20 sono al lavoro per trovare una accordo di massima sulle risorse da destinare al Fmi e sul potenziamento del firewall europeo. Il summit che mette intorno al tavolo i paesi più industrializzati del mondo - insieme contano l'85% del Pil mondiale - è iniziato ieri sera a Mexico City con un pranzo di lavoro (per l'Italia è presente il vice ministro dell'Economia Vittorio Grilli), e dovrebbe produrre una dichiarazione finale alle 16.30 ora locale (in Italia circa le 23.30).
Secondo fonti di una delegazione non europea, gli sherpa sono alla ricerca di un buon equilibrio per convincere l'Eurozona a dotarsi di strumenti finanziari efficaci, pur senza aumentare eccessivamente la pressione nei suoi confronti. In particolare, per quanto riguarda la gestione della crisi del debito europea, si discute dell'opportunità o meno di incrementare le risorse destinate al Fondo Monetario Internazionale prima che l'Europa decida di rafforzare il firewall, la barriera anti-crisi, aumentando a sua volta i fondi necessari.
Secondo le fonti citate dall'Afp, il comunicato finale del G20 dovrebbe limitarsi ad affermare che se i paesi di Eurolandia accoglieranno positivamente le esigenze dei loro partner, sbloccando l'aumento delle risorse necessarie a contribuire alla barriera anti-contagio (il firewall, appunto) allora si procederà con un'operazione analoga all'incremento delle risorse a disposizione del Fondo monetario.
Quest'ultima, secondo diversi partecipanti alle riunioni messicane, resta comunque in tabella di marcia per essere approvata, almeno nei suoi termini di massima, agli incontri di aprile del Fmi, sempre che la parte europea sia stata nel frattempo completata. A Città del Messico, anche i Paesi emergenti (ieri si sono riuniti i Brics) hanno ribadito la loro disponibilità a contribuire - secondo alcune fonti la Cina metterebbe sul piatto 100 miliardi, il Giappone 50 - a patto però che l'Europa abbia nel frattempo fatto la sua parte. E' quello che ha confermato a nome dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) il ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega che ha dichiarato non senza un velato tono di minaccia: «I Paesi emergenti non aiuteranno» l'Europa, se non a condizione che gli europei «rafforzino il firewall e facciano più di quanto fanno attualmente con i loro fondi di stabilità».
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