1 dicembre 2023
Aggiornato 19:30
Moda e il lusso sotto i riflettori a Piazza Affari

Il cashmere a Piazza Affari, Cucinelli prima Ipo 2012

A due giorni dall'annuncio dell'addio alla Borsa, dopo 25 anni, del gruppo Benetton, giunge oggi la notizia che Brunello Cucinelli, il marchio del cashmere Made in Italy, ha presentato a Consob e Borsa Italiana la domanda di ammissione alla quotazione. Sponsor dell'operazione sarà Mediobanca

MILANO - Moda e il lusso sotto i riflettori a Piazza Affari. A due giorni dall'annuncio dell'addio alla Borsa, dopo 25 anni, del gruppo Benetton, giunge oggi la notizia che Brunello Cucinelli, il marchio del cashmere Made in Italy, ha presentato a Consob e Borsa Italiana la domanda di ammissione alla quotazione. Sponsor dell'operazione sarà Mediobanca.

Lo scorso autunno Cucinelli aveva preannunciato l'intenzione di sbarcare sul listino nella primavera di quest'anno, a meno di imprevisti vista la turbolenza dei mercati. Si tratterebbe della prima Ipo del 2012, dopo l'annus horribilis 2011 quando sul mercato principale (MTA) è avvenuta una sola quotazione. Anche in questo caso una maison del lusso, Ferragamo, mentre Prada ha optato per la Borsa di Hong Kong. A scaldare i motori altre tre società che, nel corso del 2011n hanno ottenuto il rilascio del giudizio di ammissibilità alla quotazione (Lima Corporate, Fedrigoni e Sea) che permette loro di pianificare l'operazione nei successivi 12 mesi.

La Brunello Cucinelli, fondata nel 1978 dall'omonimo stilista e imprenditore, conta oggi oltre 700 addetti. Il gruppo, che ha sede nel borgo medievale di Solomeo, alle porte di Perugia, è attivo a livello internazionale in più di 50 paesi attraverso 59 boutique monomarca. L'azienda ha chiuso il 2010 con un fatturato di 200 milioni e per il 2011 stima una crescita del giro d'affari del 18%.

«Il progetto di quotazione spero accompagni i nostri obiettivi di crescita sana, garbata e sostenibile», ha spiegato oggi Cucinelli. «Siamo pronti ad aprire le porte del piccolo borgo di Solomeo a investitori-soci che vorranno sentirsi in qualche maniera nuovi custodi per i prossimi decenni, nel rispetto dell'essere umano e della sua dignità morale ed economica».