25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Auto | La sfida FIAT

Fiat: Marchionne, Torino o Auburn Hills per la sede unica

In una nuova intervista, stavolta rilasciata al Wall Street Journal, l'ad ribadisce che sia Torino sia Auburn Hills vanno bene come quartier generale unico del nuovo gruppo. Si deciderà dopo il 2015. E aggiunge: «Lasciare l'Italia non sarebbe un tradimento al proprio paese». Idv: Lo sport preferito da Marchionne è trovare capri espiatori

TORINO - La sua successione («non mi muovo fino al 2015«), ma anche il quartier generale del gruppo Fiat-Chrysler, quando sarà ultimata la fusione tra le due case automobilistiche, con un terzo candidato che spunta tra Torino e Auburn Hills. Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, ha illustrato i suoi piani per il futuro sul Wall Street Journal di oggi.
«C'e bisogno di chiarezza sulla successione e ritengo che il 2015 sia il momento adatto», ha assicurato Marchionne. Per allora «tutto il lavoro internazionale» per fondere le due case automobilistiche in un unico costruttore globale sarà completato. Solo allora si potrà pensare ad un successore, «che verrà dall'interno» ha preannunciato Marchionne.

Un tema quello della fusione legato a stretto filo a quello della sede della nuova entità che nascerà da Fiat-Chrysler. «Entrambe Torino e Auburn Hills possono ospitarla». Ma c'e anche un'alternativa osserva per la prima volta Marchionne: «l'America Latina, siamo molto apprezzati in Brasile».
Quanto ai timori italiani di perdere centralità nel nuovo universo Fiat Chrysler che si sta delineando, Marchionne ha osservato: «L'attaccamento emozionale al proprio paese deve essere ripensato. Non significa che stai tradendo qualcuno, significa solo che stai crescendo. E' come quando i figli vanno via da casa. Non significa che non ti vogliano più bene. Vuol dire solo che faranno delle cose e vivranno da soli. Credo che per il business valga la stessa cosa».
La decisione della sede tuttavia non e imminente ed e legata alla quota detenuta in Chrysler al fondo Veba. «Niente sarà deciso prima del 2013» si legge sul Wall Street Journal.

Felicissimo della crescita negli Usa ma ora lavoro duro - Sono «felicissimo» per la crescita del gruppo Fiat-Chrysler nel mercato americano. Così Sergio Marchionne, amministratore delegato di Chrysler e Fiat ha elogiato i risultati ottenuti negli Stati Uniti dove Chrysler ha registrato il maggiore aumento di vendite percentuale tra i grandi di Detroit, ma avverte che «bisogna tenere la testa bassa» per mantenere lo stesso passo nel 2012.
Parlando a margine dell'inaugurazione del salone dell'auto di Detroit, Marchionne ha detto che «il futuro adesso è molto più difficile negli Usa. Il mercato è molto competitivo e noi dobbiamo combattere per farci spazio». Quanto all'Europa, Marchionne ha osservato che «ha problemi strutturali», mentre in particolare in Italia «bisogna puntare sulla crescita. Serve una politica industriale che crei le condizioni per gli investimenti».

Idv: Lo sport preferito da Marchionne è trovare capri espiatori -  Italia dei Valori polemizza con l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. «Cercare capri espiatori ora negli operai, ora nei sindacati per non dover ammettere la propria incapacità di fare impresa. Questo - accusa in una nota il responsabile lavoro e welfare dell'IdV, Maurizio Zipponi - è diventato lo sport preferito da Marchionne che continua a farci assistere alla vendita di tappeti taroccati, come è stato per 'Fabbrica Italià, e a parlare di mirabolanti investimenti che non ha mai fatto».
A giudizio dell'esponente dipietrista «se la Volkswagen e altri marchi europei reggono la propria percentuale di presenza sul mercato, pur essendo in grave difficoltà, la Fiat perde quote sempre più alte rispetto al calo medio del mercato. Da anni, l'azienda torinese non presenta nuovi modelli d'auto ad alto valore aggiunto e a ridotto impatto ambientale, e nel 2012 non è prevista nessuna grande novità».
«Sicuramente quando Marchionne se ne andrà, come ha annunciato, in Italia resteranno solo le croci degli stabilimenti già chiusi e di quelle che si appresta a chiudere. Sta al governo italiano - conclude Zipponi - ora non lasciarsi abbindolare dalle chiacchiere e chiedere conto piuttosto dei soldi pubblici che lo Stato ha dato alla Fiat in tutti questi anni».

Fassina: Marchionne cerca capri espiatori per sue scelte - «La posta in gioco è altissima. Il governo chieda chiarimenti a Fiat sulle reali prospettive dei programmi di Fabbrica Italia, rimasti finora quasi fermi rispetto ai 20 miliardi di investimenti promessi». Lo ha affermato Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico, sottolineando come «la Fiat continua a cercare capri espiatori per giustificare scelte finanziarie e industriali».
«Che cosa vuole di più l'azienda dai sindacati italiani? Ha avuto il contratto che cercava e messo fuori dagli stabilimenti chi non ha firmato. All'Italia - ha sottolineato Fassina- interessa l'indirizzo fisico di Fiat-Chrysler e sono molto preoccupanti le affermazioni del dott. Marchionne».