19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Fiat | Il paragone è del settimanale Time

Marchionne come Jobs, ha salvato l'industria dell'auto

«La volontà di investire nei lavoratori della Chrysler ne ha fatto un mito. La prossima sfida? Dimostrare di poter costruire auto che potranno essere amate». E' da questa mattina che procede senza sosta il tavolo Fiat sindacati all'Unione Industriale di Torino sul nuovo contratto degli stabilimenti italiani di Fiat

TORINO - Sergio Marchionne come Steve Jobs. Il paragone è del settimanale Time, che nel numero che sarà in edicola lunedì incorona l'a.d. del Lingotto come il salvatore dell'industria dell'auto.
«L'uomo che ha salvato l'industria dell'auto», colui che «ha salvato e creato migliaia di preziosi posti di lavoro negli Stati Uniti» si legge sul settimanale Time, a proposito di Sergio Marchionne, protagonista del rilancio di Chrysler, «tre anni fa sull'orlo della bancarotta».

La volontà di investire nei lavoratori della Chrysler ne ha fatto un mito - Con il patron della Apple, recentemente scomparso, Marchionne ha in comune una dote, quella «di mettere assolutamente a fuoco i problemi», ma anche il perfezionismo, accompagnato dalla capacità di motivare il suo team di lavoro.
E ancora: «La sua volontà di investire nei lavoratori di Chrysler, non amati dai loro precedenti proprietari tedeschi della Daimler e travolti dal tracollo finanziario, ha fatto di lui un mito».
E se le vendite di auto languono in Europa «a causa della crisi economica, Chrysler sta diventando sempre più vitale per la strategia di Fiat», dimostrando «di poter fare ancora automobili». La prossima sfida che attende la Chrysler dell'era Marchionne, secondo Time è quella di «dimostrare di poter costruire auto che potranno essere amate».

La trattativa va avanti, contratto entro la settimana - E' da questa mattina che procede senza sosta il tavolo Fiat sindacati all'Unione Industriale di Torino sul nuovo contratto degli stabilimenti italiani di Fiat. La fase di lettura del testo del futuro contratto, circa 150 pagine, e' terminata da poco e non si intravedono all'orizzonte frizioni o scogli che possano far naufragare la trattativa, che, sebbene non sia ancora finita, riprenderà con tutta probabilità domani, sempre a Torino.
I punti da limare non cambiano e sono sempre gli stessi: assenteismo, premio di risultato, scatto di anzianità e meccanismi di rappresentanza sindacale. «Del resto sono questi i punti che dovrebbero qualificare il fatto che non stiamo facendo la fotocopia dell'accordo di Pomigliano» ha detto Claudio Chiarle, segretario torinese della Fim, nel corso di una breve pausa. Il riferimento e' alla Fiom, che ormai e' fuori dal tavolo e che lunedì mattina terrà a Torino un corteo contro la manovra e per protestare di essere stati 'estromessi' dalla trattativa.
Al momento i rappresentanti di Fiat sono chiusi in una riunione interna per analizzare le osservazioni al testo sollevate da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associaione Capi e Quadri Fiat. In un'altra sala invece si e' tenuta la riunione dei segretari generali dei sindacati che stanno mettendo a punto un allegato al contratto sulla rappresentanza sindacale nelle fabbriche. Tutti d'accordo sul fatto che le Rsa vadano elette dai lavoratori. Ma sul meccanismo elettivo si sta ancora ragionando.