25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Non basta la crisi

A minacciare le imprese ferraresi ci si mette anche il ricambio generazionale

Over70 e imprese: + 3,3% a Ferrara in cinque anni. 2.543 gli ultrasettantenni, più di un quinto sono donne

FERRARA - Il dato è allarmante: in provincia di Ferrara, un’impresa su tre sembra non sopravvivere alla prima generazione. Le motivazioni sono molteplici, e in gran parte legate alla struttura di piccole e medie imprese che costituisce il tessuto economico provinciale. Nella maggior parte dei casi infatti, l’imprenditore-fondatore è il perno attorno al quale si determina il successo del business e ruotano le
relazioni personali con gli altri attori economici. Il passaggio di testimone alla nuova generazione rischia, quindi, di presentarsi come un momento di crisi sia sul piano aziendale che familiare.

Minacciate, dunque, dal ricambio generazionale, le piccole e medie imprese ferraresi non devono fare i conti solo con l’alta pressione fiscale, la concorrenza internazionale e l’onda lunga della crisi finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A complicare la vita delle PMI c’è anche la trasmissione d’impresa, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della Camera di Commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di imprese a causa della mancata successione generazionale, ed è particolarmente attuale e rilevante nel nostro territorio, dove molte imprese stanno affrontando o dovranno affrontare nel breve periodo il problema della continuità generazionale. A Ferrara infatti, al 30 settembre 2011, erano 2.583 gli imprenditori con i capelli bianchi (l’11,1% del totale), 586 dei quali erano donne. Un fenomeno in costante crescita (+ 3,7%): nello stesso periodo del 2004, infatti, i nonni imprenditori in provincia di Ferrara erano 2.492, di cui 496 donne. E sono soprattutto le imprenditrici, che costituiscono poco meno di un quarto di questo universo di imprese gestite da over 70, a registrare, negli ultimi cinque anni, l’incremento più rilevante (+18,1%). Questo il quadro che emerge da un’elaborazione dell’Osservatorio dell’economia dell’Ente di Largo Castello sui dati del Registro delle imprese al terzo trimestre 2011 e 2006.

Ma quali i problemi più rilevanti che le imprese ferraresi si trovano ad affrontare? L’indagine della Camera di Commercio parla chiaro: la scarsa disponibilità alla delega da parte dell'imprenditore «uscente»; la complessità nel processo di trasferimento delle competenze (di mestiere e/o professionali e/o manageriali, a seconda dell'attività) e delle reti di relazioni, che in genere richiede un lungo periodo di affiancamento; la condivisione della visione strategica tra vecchie e nuove generazioni; la disponibilità di risorse finanziarie; la burocrazia; l’assenza di pianificazione.

Intanto, farsi conoscere (e apprezzare) e saper scrivere un bel curriculum vale molto di più di qualsiasi altra strada per trovare un lavoro. Secondo quanto dichiarano le imprese interpellate dalla Camera di Commercio, infatti, quasi una azienda su due nella prima parte del 2011 ha effettuato un’assunzione per conoscenza diretta del candidato, magari avvenuta nell’ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, con una crescita sensibile di questa modalità di individuazione del personale rispetto all’anno precedente, quando ad essa ricorreva poco più del 25% delle imprese. La seconda modalità di selezione è quella legata alle banche dati aziendali, dove vengono conservati i curriculum dei candidati: ad esse fanno riferimento oltre il 30% delle aziende (contro il 21% del 2010). Si riduce invece la rilevanza della segnalazione da parte di conoscenti e fornitori: se nel 2010 la utilizzava il 20% delle imprese, ad essa ha fatto ricorso solo l’11% del mondo produttivo estense. In calo, al contrario, tutte le modalità che comportano il ricorso ad intermediari, come le società di lavoro interinale e Internet, che restano comunque un canale di selezione significativo per le imprese di 50-499 dipendenti soprattutto del settore industriale.