18 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Camera di Commercio di Ferrara

Nuovi contratti-tipo per un mercato più trasparente e sicuro

Roncarati: «Un ulteriore, importante tassello ad una strategia più ampia che mira a rendere il mercato un luogo più trasparente, e dunque più sicuro, in cui operare»

FERRARA - Acquisti più sicuri, compravendita più trasparente, clienti più garantiti. Sono alcuni dei principali risultati raggiunti grazie al progetto sui contratti-tipo e le clausole inique sviluppato dalla Camera di Commercio di Ferrara, con il coordinamento di Unioncamere. Grazie alla collaborazione con l’Unione italiana delle Camere di Commercio, con l’Autorità Antitrust, con le associazioni dei consumatori e delle imprese e il supporto degli ordini professionali, l’Ente di Largo Castello ha messo a punto, nelle scorse settimane, contratti-tipo, pareri sulle clausole inique e codici di etica commerciale, raccolti in una banca-dati on-line liberamente consultabile nel portale web www.fe.camcom.it e a disposizione degli imprenditori così come dei consumatori.

«I contratti tipo – ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Carlo Alberto Roncarati - sono strumenti a carattere preventivo che consentono di assicurare regole di trasparenza e di equità, evitando fin dal principio l’insorgenza di problemi tra imprese e tra queste stesse e i consumatori. Con questo progetto – ha aggiunto Roncarati – abbiamo aggiunto un ulteriore, importante tassello ad una strategia più ampia che mira a rendere il mercato un luogo più trasparente, e dunque più sicuro, in cui operare. Senza contare che la diffusione di questi strumenti può aiutare a ridurre quelle controversie di natura contrattuale che, in questi anni, hanno contribuito a far lievitare il contenzioso civile nel nostro Paese, riducendone la competitività e l’attrattività per i potenziali investitori stranieri».

I settori maggiormente interessati dal progetto dell’Ente di Largo Castello sono quelli del commercio, dell’artigianato, dell’editoria, del turismo e del trasporto (albergo, bed&breakfast, multiproprietà, multivacanza, noleggio camper, trasporto marittimo di persone), dei servizi (scuole guida, centri estetica e benessere, corsi di formazione, sviluppo software, trasloco), della locazione e vendita di immobili e aziende, della mediazione immobiliare, del condominio, dell’edilizia (appalto di lavori, immobili da costruire) e dell’accesso a internet.

Contratti di accesso ad internet, ADSL e fibra ottica: circa una famiglia italiana su quattro sceglie la banda larga (a Ferrara oltre il 20% delle famiglie si collegano alla rete via ADSL e fibra ottica). L’Italia è però sotto la media europea, che vede collegate con banda larga il 42% delle famiglie dei 27 Stati dell’Unione, in testa Olanda e Danimarca (con rispettivamente il 74% e 70% delle famiglie). Migliore la situazione delle imprese italiane: è collegato ad internet tramite banda larga il 77%, in linea con la media europea. Fanno meglio dell’Europa soprattutto le grandi (96% contro 95%) e medie imprese (90% contro 87%) e settori come l’alberghiero (82% contro 76%) e il commercio (78% contro 76%).
E a tutela dei consumatori che decidono di sottoscrivere un contratto di accesso ad internet a banda larga è disponibile da oggi un nuovo servizio della Camera di Commercio, che ha steso un elenco delle possibili clausole vessatorie. Obbligo per il consumatore di accettare per iscritto il contratto contro una semplice accettazione telefonica o telematica da parte di chi eroga il servizio, tempi di preavviso differenti per consumatori ed aziende erogatrici, risarcimento sempre previsto per l’operatore ma sottoposto a rigidi meccanismi di quantificazione per il consumatore. Oppure, la non indicazione dei prezzi per la disattivazione dei servizi o l’obbligo per l’operatore di segnalare al consumatore livelli di traffico anomalo sulla sua linea, l’obbligo di risarcimento prevista sempre per il consumatore contro nessuna responsabilità dell’operatore. Sono queste alcune delle criticità dei contratti di accesso a internet tramite banda larga che emergono dall’indagine della Camera di Commercio di Ferrara in materia di clausole inique tra imprese erogatrici e consumatori.