No-profit: Lodi, le imprese sociali sfiora quota 30
In termini quantitativi il numero dei soggetti che operano a livello provinciale, non è di quelli che fanno colpo, ma poco o tanto, danno lavoro ai dipendenti dell’economia privata extra agricola
LODI - Le imprese sociali rappresentano un pezzo importante del tessuto produttivo (nazionale, regionale, provinciale). In termini quantitativi il numero dei soggetti che operano a livello provinciale, non è di quelli che fanno colpo, ma poco o tanto, danno lavoro ai dipendenti dell’economia privata extra agricola.
• Il comparto delle imprese sociali è disciplinato dalla legge 118/05 e succ. decreti di attuazione. Con l'introduzione della figura giuridica dell'impresa sociale si è distinto definitivamente il concetto di attività lucrativa da quello di imprese con finalità diverse dal profitto. Rispetto all’'impresa tradizionale, il valore aggiunto delle imprese sociali o no-profit sta nel produrre servizi di alto contenuto relazionale, cercando di fare «rete» con le esperienze del terzo settore e di produrre esternalità positive per la comunità.
• I settori in cui possono operare le imprese sociali sono definite all'articolo 2 del d.lgs.155/06 e sono:assistenza sociale, assistenza sanitaria e socio sanitaria, educazione, istruzione, tutela ambientale, formazione universitaria, formazione extrascolastica, turismo sociale e servizi strumentali alle imprese resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un'impresa sociale. Possono inoltre essere imprese sociali le organizzazioni che, indipendentemente dall'ambito di attività, svolgono attività di impresa per l'inserimento di lavoratori disabili e svantaggiati se questi costituiscono almeno il 30% del personale.
La quasi totalità delle imprese sociali presenti a livello territoriale, opera sotto la forma giuridica di cooperativa sociale.
Queste cooperative sociali hanno raggiunto una discreta presenza in provincia di Lodi e costituiscono il 15,6% ogni 1000 imprese registrate (17.947 a fine giugno, di cui 16.136 attive).
Dopo anni di crescita la loro performance ha tuttavia rallentato il processo di espansione Il perdurare della crisi e gli effetti combinati delle politiche pubbliche di risposta basate sul contenimento della spesa pubblica, hanno inevitabilmente avuto un impatto negativo anche su queste realtà
Il prolungarsi della crisi – ha dichiarato il Presidente della Camera di Commercio Alessandro Zucchetti – inevitabilmente sta mettendo a dura prova anche le organizzazioni sociali che hanno sin qui dimostrato di possedere capacità relazionale. Per altro verso, la crisi apre nuovi spazi a queste realtà per consolidare la propria presenza nell’assistenza, nei servizi alle persone e nelle attività di promozione del territorio. Come Camera di Commercio consideriamo le imprese sociali organizzazioni che possono offrire, avendo al centro la persona umana, un contributo strategico e da seguire quindi con particolare attenzione attraverso il proprio Osservatorio non-profit.
La disciplina di legge introdotta ha contribuito da parte sua a dare ordine al settore. In termini di rapporto relativo (calcolato su ogni 10 000 imprese registrate) il Lodigiano si è visto superare da Varese, Como, Bergamo, Sondrio Sondrio arriva ad avere 28,3 cooperative sociali ogni 10.000 imprese, seguito da Bergamo con 18,5, Como 18,1, Varese 17,0.
Le economie di Mantova, Cremona e Pavia invece sono le tre realtà che sembrano non credere troppo a queste forme di organizzazione non-lucrativa e sociale. Naturalmente, è solo una deduzione statistica. In Lombardia operano infatti ben 939 imprese sociali, l’8% delle 11.808 imprese del comparto presenti in Italia, e moltissime di esse fanno «rete» con risultati apprezzabili.
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