24 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Bene la ristorazione. Gli agriturismi «salvati» dai prodotti tipici

Turismo: la vacanza in campagna tiene, ma con molte difficoltà

In occasione della XXXI Giornata mondiale del settore, Turismo Verde-Cia mette in evidenza i problemi delle aziende. In calo i pernottamenti (meno 3%)

ROMA - Né boom, ma neanche tracollo. Anche l’agriturismo «made in Italy» risente gli effetti della crisi e frena. A differenza però degli altri comparti dell’agricoltura, che segnano pesanti difficoltà, la vacanza in campagna, pur tra tanti problemi, mantiene le posizioni. Bene soprattutto la ristorazione che, nei primi 8 mesi del 2011, fa segnare una crescita del 4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2010, mentre i pernottamenti in campagna registrano un ulteriore calo (meno 3 per cento). Questo significa che un’enogastronomia fatta di prodotti tipici e legati al territorio riscuote ancora successo. E sono soprattutto i giovani a favorire un trend che si è andato a consolidare con gli anni. Lo sottolinea Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della XXXI Giornata mondiale del turismo che nel nostro Paese il ministero del Turismo ha voluto dedicare, appunto, all’enogastronomia.

Cifre alla mano, emerge così un agriturismo che non riesce a riprendersi da una situazione di stallo. I grandi successi ottenuti fino al 2008 appaiono un lontano ricordo. Il campanello d’allarme, d’altra parte, era già suonato sia nel 2009 che lo scorso anno, quando si era avuta una consistente riduzione delle presenze. E anche il 2011, che doveva essere l’anno del riscatto, sembra destinato a chiudersi senza tanti entusiasmi. Si resta al palo -fa notare Turismo Verde-Cia- ma l’importante è che non si regredisce. Il settore resta vitale. E questo è un risultato importante, visti i problemi che stanno caratterizzando le famiglie italiane.

Eppure quest’anno -continua Turismo Verde-Cia- il settore agrituristico si era aperto sotto i migliori auspici. Fin dalle feste di Pasqua si era avuta una crescita degli amanti della vacanza a contatto con la natura. Una tendenza, però, che non è stata confermata dall’estate, non proprio esaltante. E non sono certo rosee neppure le previsioni per i prossimi appuntamenti «vacanzieri»: «ponte» di Ognissanti (primo novembre), la festa dell’Immacolata (8 dicembre), Natale e Capodanno. Periodi che, secondo le prenotazioni fin qui pervenute, dovrebbero infatti confermare la stasi che stanno vivendo, salvo rare eccezioni, gli agriturismi nel nostro Paese.

La difficile congiuntura -avverte Turismo Verde-Cia- ha cambiato il modo di fare la vacanza in campagna. Permanenze sempre più brevi (una sorta di «mordi e fuggi») e «last minute». Gli italiani non rinunciano al relax, ma per contenere la spesa si limitano a due giorni. Niente weekend lunghi insomma. I due giorni, però, vengono vissuti intensamente all’insegna di attività sportive, escursioni, corsi, appuntamenti enogastronomici a tema, eventi culturali organizzati nelle aziende o in prossimità.
Questa nuova tendenza -rimarca Turismo Verde-Cia- evidenzia che la domanda dell’ospite diventa sempre più attenta e che l’imprenditore agrituristico, per stare al passo con questo nuovo mercato, deve investire sempre di più nell’azienda e per la sua formazione. La nuova azienda agrituristica che si sta profilando sul mercato deve, pertanto, andare verso la «caratterizzazione». Le aziende agrituristiche italiane devono diversificare e arricchire l’offerta, anche se ciò comporta difficoltà. Da qui l’importanza che assume l’enogastronomia che, al momento, rappresenta per le aziende un’importante ciambella di salvataggio. E questo vale soprattutto quando agli ospiti si garantiscono prodotti di qualità, tipici e saldamente legati al territorio e alle tradizioni locali.
In termini economici, comunque, l’agriturismo -conclude Turismo Verde-Cia- resta stato un’«isola felice» del mondo agricolo Il fatturato stimato è di circa un miliardo di euro. Sono circa 19 mila le aziende agricole che hanno scelto di offrire, oltre ai prodotti agricoli e zootecnici, anche ristorazione e ospitalità con una varietà infinita di opportunità per i visitatori. Mentre gli amanti della vacanza a contatto con la natura rimangono al di sopra dei quattro milioni.