18 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Voto su «Regola d'Oro» settimana prossima in Senato

Lezione dalla Spagna sui conti pubblici

La Camera vota l'emendamento costituzionale per la stabilità finanziaria

MADRID - La Camera dei Deputati spagnola ha approvato a maggioranza schiacciante - ma senza la presenza in aula di numerosi esponenti dei partiti minori - l'emendamento costituzionale che inserisce la stabilità del bilancio nella Carta fondamentale.
Il provvedimento - approvato con 316 voti favorevoli e cinque contrari, oltre i tre quinti necessari - è frutto di un patto fra i due principali partiti, i socialisti al governo e l'opposizione conservatrice del Partido Popular e dovrà ora passare all'esame del Senato, che lo voterà la settimana prossima.
Obbiettivo del governo è quello di approvare il provvedimento entro la data di scioglimento delle Camere, il 27 ottobre: per questo motivo è stato scelto l'iter di massima urgenza che non prevede un referendum confermativo, come invece chiedono i sindacati - che hanno già convocato una giornata di mobilitazione - e non pochi partiti minori.

Critiche dei partiti minori - La riforma consiste nella modifica dell'articolo 135 (che riguarda l'emissione di buoni del Tesoro per la copertura del debito pubblico) al quale verrà aggiunto un tetto alla spesa senza tuttavia menzionare alcuna cifra precisa, che verrà invece inserita in una successiva legge di applicazione: in particolare si parla di un tetto massimo dello 0,4% del Pil per le pubbliche amministrazioni (lo 0,26% per quella statale, lo 0,14% per quelle regionali mentre i municipi dovranno raggiungere il pareggio di bilancio).
Si tratta della prima riforma importante della Costituzione dopo un emendamento del 1992 (approvato anche il quel caso in soli 23 giorni) che introduceva l'elettorato passivo (il diritto ad essere eletti) per i residenti stranieri nel voto municipale.
L'emendamento ha sollevato le critiche dei partiti minori - di fatto scavalcati - dei sindacati e del movimento degli indignados: tutti chiedono almeno un referendum confermativo, nel timore che l'introduzione di un tetto alla spesa provochi nuovi tagli ai servizi pubblici, specie e a livello locale.