19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Economia

Manovra economica. Tra quisquilie e pinzellacchere

Caso esemplare è stata la mancata liberalizzazione delle «arti e mestieri»

ROMA - Domani il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si presenterà alle Camere per discettare di politica economica. A cosa servirà? A nulla. La manovra economica è già stata approvata dal Parlamento. Di che parlare? Di liberalizzazioni? Dei lacci e lacciuoli che frenano l'economia? Ma quando mai! Il presidente Berlusconi è più preoccupato dei suoi problemi giudiziari e dei bilanci delle sue società, dopo la mazzata da 560 milioni per il lodo Mondatori. Caso esemplare è stata la mancata liberalizzazione delle «arti e mestieri». Il suo alleato di governo, la Lega, è impegnata a recuperare voti somministrando il narcotico ai suoi aderenti con la favoletta delle sedi ministeriali a Monza. L'opposizione pensa di far bella figura (le è rimasta solo quella, si fa per dire) dibattendo in aula parlamentare del più e del meno (governo tecnico, nuove elezioni che non vuole, ecc.). Le «parti sociali» (imprenditori e sindacati) vogliono partecipare al nulla, «Il Tavolo», per dire la loro dopo i disastri dei quali sono responsabili, si veda la questione Alitalia, e la inutilità dei finanziamenti alle imprese. Insomma, tra quisquilie e pinzillacchere, l'Italia si avvia ad incagliarsi in bassi fondali. Tanto il conto lo paga il contribuente.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc