Ice, Cisl Fp: No alla chiusura
«Subito un piano industriale che rilanci l’istituto e valorizzi il personale»
ROMA - «L’Istituto per il commercio estero va rilanciato, non soppresso» questa la posizione della Cisl Fp in merito alle ipotesi circolate in questi giorni sulla manovra 2011.
«Il patrimonio di competenze e professionalità in forza all’Ice, cioè oltre 800 tra dipendenti altamente qualificati e professionisti, non può essere messo in discussione. Così come non può essere messa in discussione la necessità, soprattutto in tempi di crisi, di sostenere le imprese sui mercati internazionali. Cioè quelle piccole e medie aziende che costituiscono il cuore del tessuto produttivo del Paese e che hanno bisogno di essere supportate nell’internazionalizzazione attraverso i servizi per l’export e la promozione dei prodotti italiani all’estero».
«Per questo è necessario intervenire sull’organizzazione dell’ente, ma per rilanciarne attività e funzioni non per chiuderlo».
NUOVO PIANO INDUSTRIALE - «Come Cisl Fp siamo per un’attenta razionalizzazione dell’Ice. L’istituto va ristrutturato attraverso un vero e proprio piano industriale, così come chiediamo inascoltati da mesi. Bisogna ridisegnarne l’organizzazione per renderlo più efficiente e per consentire di utilizzare al meglio il capitale umano. Solo scommettendo sulle persone e sulle competenze, infatti, è possibile potenziare le funzioni dell’Ice, riducendone selettivamente i costi».
«Chiediamo con forza che i ventilati provvedimenti di chiusura vengano smentiti. E che ai lavoratori siano confermate tutte le tutele, mettendo in atto le misure necessarie a valorizzarne il lavoro al servizio della crescita del Paese».
- 30/08/2020 Lotta all'evasione fiscale? Gli sprechi dello Stato valgono il doppio (200 miliardi all'anno)
- 07/06/2018 L'Ue bacchetta ancora l'Italia sui pagamenti: due mesi di tempo o finiamo davanti alla Corte di giustizia
- 23/12/2017 Contratto Statali: il Governo trova i fondi per firmare l'accordo
- 07/12/2017 Bruxelles bacchetta l'Italia e la deferisce alla Corte di giustiza europea per i debiti della PA