20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Contenute nel Dl sviluppo

UE: Siamo «molto sorpresi» dalla concessione sulle spiagge

Non sarebbe in linea con le regole del Mercato interno. C'è già un contenzioso sui rinnovi «quasi automatici» dopo 6 anni

BRUXELLES - La Commissione europea si è detta oggi «molto sorpresa» per le misure sulla concessione per 90 anni di spiagge e altri luoghi pubblici contenute nel Dl Sviluppo. «Questo non sarebbe in linea con le regole del Mercato interno, in particolare con la direttiva servizi», ha detto la la portavoce del commissario Ue al Mercato interno Michel Barnier.

«Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione formale dalle autorità italiane, ma dopo gli articoli visti sulla stampa oggi chiederemo loro informazioni. Se quello che è stato pubblicato dalla stampa è corretto, saremmo molto sorpresi, non sarebbe in linea con le regole del mercato interno Ue», ha detto la portavoce, Chantal Hugues, rispondeno ai cronisti durante il briefing quotidiano della Commissione europea.

Sulla questione più generale delle concessioni, contatti fra la Commissione e le autorità italiane sono in corso già «da un certo tempo», ha riferito la portavoce, precisando che Bruxelles ha già inviato a Roma «due lettere di messa in mora, il 29 gennaio 2009 e il 5 Maggio 2010», per avere chiarimenti. L'Esecutivo Ue è preoccupato, in particolare, ha aggiunto Chantal Hugues, per il fatto che «le concessioni in Italia sono spesso rinnovate dopo la scadenza, generalmente di sei anni, se lo richiede il titolare delle concessioni stesse: è un rinnovo quasi automatico - ha sottolineato -, senza che via sia una reale riapertura alla concorrenza». Le concessioni in questione riguardano l'offerta di servizi su spazi pubblici o terreni demaniali, come le spiagge, ma anche, ad esempio, gli spazi sulle piazze per i mercati, ha spiegato ancora la Hugues.

«L'art. 12 della direttiva servizi - ha concluso la portavoce - dice chiaramente che le concessioni devono essere date per un tempo appropriato e limitato, anche se non definisce una durata specifica, e aggiunge che alla scadenza deve esserci una reale apertura alla concorrenza».