25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Audizione alla Camera

Fiat, Marchionne: salari alla tedesca

L'AD della FIAT promette crescita e investimenti, ma chiede mani libere: «Il cuore, a certe condizioni, può restare in Italia, ma le testa starà dove serve»

ROMA - Per sopravvivere e avere successo dobbiamo cambiare. Il motivo che ha spinto Fiat alle sue iniziative risiede nella «necessità di cambiamento, indispensabile elemento per sopravvivere e avere successo». Lo ha detto l'ad di Fiat Sergio Marchionne alla Camera dove ha sottolineato che Fiat era un'azienda che nel 2004 perdeva 4 milioni al giorno compresi il weekend.
Dobbiamo «garantire a Fiat di restare al passo con la realtà e il mercato e assicurare ad azienda e lavoratori prospettive solide», ha detto Marchionne.

PROGETTI AMBIZIOSI PER L’ITALIA - «Abbiamo progetti ambiziosi che partono dall'Italia». Con queste parole l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, si è presentato per illustrare la situazione del Lingotto e i piani per il futuro dell'azienda.
Nessuno «in buona fede» può accusare la Fiat «di voler abbandonare il Paese».ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, in audizione alla Camera. «Nessuno oggi in buona fede può guardare Fiat negli occhi e accusarla di comportamenti scorretti e di voler abbandonare il Paese», ha sottolineato.

CON IMPIANTI PIÙ UTILIZZATI SALARI ALLA TEDESCA - La Fiat è pronta ad aumentare i salari portandoli ai livelli di Germania o Francia se incrementerà l'utilizzo degli impianti, ha promesso Marchionne
«Se riusciamo a incrementare l'utilizzo degli impianti arrivando a una percentuale dell'80% rispetto all'attuale 40% - ha detto- noi siamo pronti ad aumentare i salari portandoli al livello della Germania e della Francia», ha sottolineato.

IL CUORE IN ITALIA LA TESTA DOVE SERVE - «Se il cuore della Fiat è e resterà in Italia la nostra testa deve essere in più posti: a Torino per gestire le attività europee, a Detroit per quelle americane, ma anche in Brasile e, in futuro, una in Asia», ha specificato.
La scelta sulla sede legale della Fiat «non è stata ancora presa», ha poi precisato, aggiungendo o che la decisione «sarà condizionata da alcuni elementi di fondo». Il primo, ha spiegato nel corso di un'audizione alla Camera, «è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali», Il secondo, ha aggiunto, «ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto 'Fabbrica Italia'».

LA SEDE LEGALE IN ITALIA SOLO SE SI CONCRETIZZERANNO LE CONDIZIONI - «Se realizzeremo le condizioni che sono alla base del nostro piano - ha assicurato l'ad di Fiat - allora il nostro Paese sarà nella posizione di mantenere la sede legale».
La scarsa competitività dell'Italia rappresenta un grave handicap», ha sottolineato «E' una minaccia - ha detto - perchè erode la crescita di redditi e salari, limitando la domanda interna e impedendo al paese di sfruttare la domanda esterna».

FIAT DEVE AUMENTARE LA PROPRIA QUOTA IN CHRYSLER - Ci sono stati molti commenti la scorsa settimana quando ho parlato della possibilità di una fusione tra Fiat e Chrysler. E ho sentito molte reazioni anche al possibile spostamento della sede negli Stati Uniti. Vorrei lasciare da parte le polemiche e concentrarmi sui fatti». Con queste parole l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, è tornato sulle polemiche sollevate dopo le sue dichiarazioni da San Francisco. Poi ha spiegato che «la scelta sulla sede legale non è stata ancora presa».
«Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sarà nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento - ha ribadito - la società americana non è quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entità che coesistono, quotate in due mercati diversi si porrà evidentemente un problema di Governance».

L’ITALIA NON E’ PAESE DA ABBANDONARE MA DOBBIAMO VINCERE LA SFIDA - Fabbrica Italiao dovuto» e per realizzare il progetto «non abbiamo mai chiesto sovvenzioni nè aiuti di Stato per portarlo avanti». Lo ha sottolineato l'ad di Fiat Sergio Marchionne in audizione alla Camera. «La verità - ha detto - è che la Fiat è l'unica grande azienda che ha deciso di investire in questo paese in modo strutturale».
«Il piano che abbiamo presentato è la nostra scommessa - ha aggiunto. È il nostro modo per dire che l'Italia non è un paese da abbandonare ma una sfida che si può vincere».

LA TESTA NEI PAESI DOVE OPERIAMO - La testa per quanto riguarda le sedi operative, ha aggiunto Marchionne, «già ora è indispensabile avere presenze specifiche nei mercati in cui stiamo operando: non si può pensare - ha sottolineato - di gestire attività tanto vaste, senza avere una sede direzionale sul posto». Per questo, ha detto, «se il cuore della Fiat è e resterà in Italia, la nostra testa deve essere in più posti».